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Ordigno nel bunker del clan, nuovo incubo faida a Pianura

Ordigno nel bunker del clan, nuovo incubo faida a Pianura

NAPOLI. Sono andati a colpo sicuro, ieri notte. Gli attentatori sapevano che in quell’appartamento a piano terra di via José Maria Escrivà abitavano i Battista e hanno piazzato davanti all’ingresso della palazzina una potente bomba artigianale. Lo scoppio ha distrutto il portone e il muro adiacente, facendo tremare l’intero stabile svegliando i residenti fino ad alcune centinaia di metri di distanza. Nessuno è rimasto fortunatamente, ma non era questo l’obiettivo. Infatti secondo la polizia, che conduce le indagini, l’ordigno è stato un segnale al gruppo che controlla la zona, i CaloneEsposito-Marsicano. Non lontano infatti abita il reggente attuale del clan, subentrato all’interno dello stesso gruppo ad Antonio Gaetano detto “Plasmon”, morto in ospedale il 23 marzo scorso dopo l’agguato subito nove giorni prima a Mergellina. Era l’una e 30 (tra il lunedì e il martedì) quand’è scattato l’allarme a Pianura e in pochi minuti sul posto sono accorsi i poliziotti dell’Upg della questura, i colleghi della squadra mobile della questura e del commissariato di quartiere. A condurre le indagini sono gli investigatori con base in via Medina, che ben conoscono il territorio e partono da colui che potrebbe essere il destinatario del messaggio intimidatorio: Gennaro Battista detto “Genny”, cugino del più noto Luca, arrestato due anni fa con una pistola addosso in via Provinciale Napoli: allora 23enne, indicato come frequentatore di ambienti vicini proprio ai Calone-Esposito-Marsicano (riconducibili ai Mele) in guerra con i Carillo-Perfetto (collegati ai Marfella-Pesce). Josè Maria Escrivà è una via con una caratteristica precisa: il colore della maggior parte delle palazzine è giallo, tanto che le stesse sono chiamate le “Case gialle”. Da quando la guerra di camorra nel quartiere tra i Mele e i Pesce-Marfella è continuata tra gli eredi di malavita dei due clan, la zona è considerata sotto l’influenza dei Calone-Esposito-Marsicano. Proprio nella strada in si è verificata la deflagrazione ieri notte nel 2020, a soli 18 anni, fu arrestato Gennaro Battista nel corso di un’operazione antidroga. Il giovane era a bordo di una Smart quando fu intercettato dai poliziotti del commissariato Pianura. Scattò l’alt, ma Gennaro Battista detto “Genny”, già allora conosciuto dalle forze dell’ordine nonostante la giovanissima età, non aveva nessuna intenzione di ubbidire. Così non soltanto non si fermò, ma diede il via a una spericolata fuga terminata senza che nessuno si facesse male per puro caso. Il motivo della guida spericolata si capì nel momento della perquisizione all’abitacolo della piccola vettura: spuntarono 16 grammi di marijuana contenuti in un grosso involucro. Motivo per cui intorno ai polsi del fermato scattarono le manette in flagranza di reato: detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Anche l’arresto di Luca Battista, il cugino, non fu nel 2021 il frutto di una coincidenza, ma l’esito di un’attività investigativa che andava avanti da giorni in quella parte del vasto territorio del quartiere flegreo.

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