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22 Novembre 2023 - 09:50
La vendita di droga avveniva anche in presenza di bambini ''con devastanti effetti sulla formazione culturale e delle coscienze''. È quanto si legge nelle pagine dell'ordinanza con la quale il gip, su richiesta della Dda di Napoli, ha disposto il carcere per 35 persone residenti nel rione 219 di Brusciano (Napoli). Nel corso delle indagini, i carabinieri hanno effettuato numerosi sequestri di droga e della cassa dei pusher, con l'arresto in flagranza di reato di circa 30 persone. In una occasione, una donna carabiniere si è finta cameriera del bar per consegnare caffè, ed ha arrestato alcuni pusher in flagranza. Nell'organizzazione della seconda piazza di spaccio del Napoletano dopo il Parco Verde di Caivano, dopo l'arresto del boss Bruno Piacente sarebbe subentrata sua moglie Tiziana De Donato. E diverse donne, tutte legate ai capi piazza detenuti, avrebbero gestito il business droga in assenza dei mariti. Il tutto sarebbe in un territorio in aperta faida, con la contrapposizione tra Rega Piacente ed Esposito-Palermo, questione che il sindaco Giuseppe Montanile aveva sollevato al Prefetto e in Commissione Parlamentare Antimafia, anche dopo il sequestro di persona con pestaggio di Antonio Maritato. I residenti della 219 di Brusciano erano letteralmente ostaggio dei pusher della camorra: smontati i citofoni, erano stati privati anche delle chiavi del portone e, per entrare ed uscire, dovevano chiedere il permesso allo spacciatore di turno. Una donna - Enza Cipriani - avrebbe messo a disposizione la sua abitazione per permettere ai pusher di nascondersi durante i controlli delle forze dell'ordine, mentre al grido ''Marco Marco'' scattava la fuga degli spacciatori per l'arrivo delle "guardie". Ricostruiti anche gli stipendi: ad un palo andavano 100 euro per 8 ore di lavoro, che diventavano 120 euro in caso di "straordinari".
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