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Banda del buco al tappeto, presa la gang di Stefanoni

Banda del buco al tappeto, presa la gang di Stefanoni

Patrizio Stefanoni “’o zio” era il capo; Gaetano Giordano “’o Lucio” l’alter ego. Con loro agivano 12 complici con vari compiti, tra cui quello di passeggiare nelle zone dello scavo con dei cani per controllare discretamente la situazione, e due donne con funzioni di “palo”: presumibilmente perché i vertici ritenevano che dessero meno nell’occhio. Una banda del buco ben strutturata, capace di compiere in poco tempo due furti clamorosi: nel negozio di abbigliamento “Deliberti” in via Chiaia, portando via scarpe, borse e accessori per 173mila euro, e nel complesso dell’ex ospedale “Gesù e Maria”, in salita Tarsia, rubando libri antichi e volumi di valore. Ma i carabinieri li monitoravano da tempo e ieri, su ordinanza di custodia cautelare, in nove sono finiti agli arresti: Stefanoni (originario dei Quartieri Spagnoli), Giordano (di Pomigliano d’Arco), Luigi Castiglione (Quartieri), Luca Raiola (Sanità), Gabriele Iuliano (Sanità) in carcere; Salvatore Spagnuolo (Quartieri); Andrea Polverino (Decumani), Giuseppe Peluso (Quartieri), Amalia Granieri (Pomigliano d’Arco), moglie di Giordano, ai domiciliari. Sono stati i carabinieri della compagnia Napoli Centro, autori dell’indagine, a eseguire l’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip su richiesta della procura, nei confronti delle 9 persone in stato d’arresto mentre in 5 sono indagati a piede libero. Le accuse, a seconda delle varie posizioni, vanno dall’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio, e in particolare di furti perpetrati con la tecnica del buco. L’attività di indagine svolta dal nucleo operativo della Compagnia ha permesso diindividuare modus operandi, ruoli e compiti dei componenti dell’associazione. Parten do dalla scelta dell’obiettivo, individuato sulla base di ripetuti sopralluoghi finalizzati a verificare il posizionamento dello stesso e la sua accessibilità dalle reti dei sottoservizi e fognarie; passando da una prolungata fase di scavo, le cui operazioni sono arrivate a durare anche due mesi fino alla fase esecutiva. Il tutto mediante un’articolazione del gruppo in aliquote ben strutturate, comunicanti tra loro attraverso dispositivi walkie– talkie e con compiti differenziati, anche di sicurezza perimetrale dell’area di operazione e di monitoraggio discreto, dissimulato anche grazie all’uso di cani da passeggio, dei movimenti delle forze dell’ordine presenti. Ferma restando per tutti gli indagati la presunzione d’innocenza fino all’eventuale condanna definitiva, tanto più che siamo ancora alla fase delle indagini preliminari, gli inquirenti hanno ricostruito con precisione il furto commesso da “Deliberti” di via Chiaia, di cui dovranno rispondere Stefanoni, Giordano, Alberto Castiglione, Spagnuolo, Peluso, Raiola, Polverino, Uliano e Granieri. Dell’incursione nel “Gesù e Maria”, conclusasi con il furto di preziosi statue e cimeli oltre che dei libri, sono invece accusati Stefanoni, Giordano, Alberto Castiglione, Luigi Castiglione, Spagnuolo e Raiola.

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