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Terremoto all’Arenaccacia, Bosti junior lascia il carcere

Terremoto all’Arenaccacia, Bosti junior lascia il carcere

NAPOLI. Le indagini hanno accertato che c’era lui a capo della gang che nel maggio dello scorso anno ha seminato il panico in via dei Tribunali, riducendo in sedia a rotelle un’innocente: il famigerato raid nella trattoria “Cala la pasta”, salito alla ribalta della cronaca locale e nazionale. Un’accusa pesante come un macigno, per la quale in primo grado era stato condannato a 6 anni di carcere. La permanenza dietro le sbarre di Patrizio Bosti junior, figlio ventenne del ras Ettore Bosti e nipote del capoclan Patrizio Basti, è però durata molto meno del previsto. Il rampollo del clan Contini, dopo la recente riduzione della condanna ottenuta in appello, ha incassato anche i domiciliari. A spuntarla sono state le argomentazioni del suo difensore, l’avvocato Domenico Dello Iacono, il quale, facendo leva sulla recentissima riduzione di pena (la condanna è stata rideterminata in 2 anni e 8 mesi), ha dimostrato che le esigenze cautelari si sono ormai attenuate. Un ragionamento che ha trovato concorde la Corte d’appello di Napoli che, accogliendo l’istanza difensiva, ha disposto per il 20enne di San Giovanniello gli arresti domiciliari: per il momento Bosti junior non potrà però fare rientro in città e continuerà a scontare la condanna a Torino. Già ieri il rampollo ha però potuto lasciare il carcere di Poggioreale, dove si trovava detenuto da ormai oltre un anno e dove, a onor del vero, non ha sempre avuto una condotta impeccabile. La vicenda che aveva portato Patrizio Bosti, Gennaro Vitone, Giorgio Marasco e Luigi Capuano alla sbarra è tristemente nota. Tutto era cominciato nel tardo pomeriggio del 15 maggio 2022, quando Gennaro Vitone ha perso il controllo della moto enduro che, a elevata velocità, è finita tra i tavolini del ristorante “Cala la pasta” centrando in pieno Veronica Carrasco, intenta a servire i clienti, moglie del titolare che in quel momento si trovava invece all’interno. A un tavolo c’erano tre amici argentini in vacanza a Napoli, tra cui Carlos Bertossi, colpito al volto dalla ruota della moto nera. Per consentire la fuga a Vitone, in suo aiuto è intervenuto il gruppo di amici che ha minacciato sia il titolare che lo chef. L’aggressione violenta è scattata poi anche nei confronti dei due amici di Carlos, Manuel Roberto Veniselo e il fratello Daniel, impegnati a cercare di evitare che il motociclo venisse portato via. Manuel fu picchiato da Patrizio Bosti e minacciato con un coltello da Marasco, mentre Capuano minacciava il gestore Raffaele Del Gaudio e il fratello Danilo. Attimi di pura guerriglia urbana, le cui conseguenze sono state gravissime. Veronica Carrasco, infatti, ancora oggi è costretta a muoversi in sedia a rotelle a causa delle gravissime ferite riportate in quel violente impatto. In primo grado la Procura aveva anche chiesto un risarcimento da 2 milioni di euro, che il giudice aveva però rimesso al tribunale civile. Accordata invece una provvisionale da 20mila euro in favore della donna. Si era costituito parte civile anche il Comune di Napoli, che aveva chiesto il risarcimento dei danni di immagine.

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