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27 Novembre 2023 - 08:53
NAPOLI. È di nuovo in stand by il processo per abbattere il palazzo dichiarato abusivo. Incombe ancora sui cittadini l’edificio lasciato allo stato rustico del civico 11A dei Colli Aminei. La costruzione, dichiarata illegittima perché finalizzata a scopi agricoli e non residenziali, è abbandonata da oltre 60 anni. Infatti, la giustizia amministrativa annullò le concessioni edilizie, rilasciate ai costruttori Cioci e D’Antonio, ancor prima che il palazzo fosse completo. Ne consegue che è rimasto uno scheletro di sei piani che dal 1961, anno della tentata costruzione, è abbandonato al suo degrado. La pubblica amministrazione non agisce. La prima sentenza a sancire la non legittimità della costruzione del palazzo risale al 1963. Anno in cui viene svolta anche la prima gara d’appalto per la demolizione, aggiudicata dalla ditta “Cooperativa la Costruttrice Laurenana”. Negli anni 90, l’edificio non è ancora abbattuto. Anzi, si cambia rotta. Palazzo San Giacomo rilascia due concessioni per legalizzare la struttura, poi annullate subito dopo in autotutela. E quindi niente di fatto. Nel 2001, con l’arrivo dell’ordine di demolizione, il nodo burocratico sembra sciogliersi. Ma a lavori iniziati, nel 2002, le operazioni vengono interrotte dal Tar che ne individua un vizio di forma. Un “vizio procedimentale per la mancata acquisizione del parere della commissione edilizia” che ferma i passi in avanti fatti fino a quel momento. “Solo” diciassette anni dopo la sentenza dichiara senza ombra di dubbio: il palazzo mai finito è abusivo. Il Consiglio di Stato riconosce la piena legittimità dell’ordine di demolizione risalente al 2001. Oggi, novembre 2023, il palazzo è divenuto rudere. Rifugio abusivo per senzatetto e vagabondi. Trovandosi nei pressi delle scuole d’infanzia Mameli Zuppetta e Ovidio Decroly e presso il pronto soccorso del Cto, il centro traumatologico ortopedico, il suo crescente degrado è un disagio per gli abitanti. Oltre che fonte di pericolo sismico, così come accertato dai Vigili del Fuoco. «Chiediamo al Comune di Napoli di intervenire immediatamente» si legge in una petizione su change.org postata da alcuni residenti stufi di questo andazzo. «La sicurezza della nostra comunità non puó essere compromessa da un edificio abusivo e pericoloso».
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