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Antiquario scopre decreto Murat trafugato dall'Archivio di Stato

Antiquario scopre decreto Murat trafugato dall'Archivio di Stato

Numerosi documenti di particolare importanza pertinenti all'Archivio di Stato di Napoli e rubati in epoca imprecisata sono stati restituiti dal comandante del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (Tpc) di Firenze, maggiore Claudio Mauti, al direttore dell'Archivio di Stato di Napoli.

Tra i tanti beni archivistici recuperati, spicca per importanza la copia di un decreto emanato dal re di Napoli Gioacchino Murat da Parigi, datato 9 maggio 1812, con il quale il sovrano conferiva alla moglie, Carolina Bonaparte, i pieni poteri della reggenza del Regno di Napoli.

L'atto rappresenta una testimonianza di prima mano, di un momento storico particolarmente significativo: la partecipazione di Gioacchino Murat alla campagna di Napoleone in Russia, alla testa di un contingente di soldati napoletani.

L'attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, è nata dalla preziosa segnalazione di un antiquario attivo nella Città Metropolitana di Firenze che, essendo specializzato nel commercio di beni librari e documenti antichi, appurata l'importanza e la pertinenza di quanto ricevuto ai fini della commercializzazione, contattava immediatamente il competente Nucleo dell'Arma di Firenze.

Gli accertamenti sui beni archivistici sono stati subito condotti con la preziosa e tempestiva collaborazione dell'Archivio di Stato di Napoli, i cui funzionari ne hanno evidenziata la notevole rilevanza storica, rivendicandone immediatamente la pertinenza e formalizzando contestualmente la denuncia di ammanco. Pertanto, alla luce di quanto emerso e accertata l'inconfutabile appartenenza degli stessi al demanio statale, gli importanti atti venivano immediatamente posti sotto sequestro.

Le indagini condotte successivamente hanno portato al deferimento per il reato di ricettazione di beni culturali, di un sessantacinquenne residente in provincia di Napoli, la cui posizione è tutt'ora al vaglio dell'autorità giudiziaria.

La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, data la natura giuridica dei beni, ha disposto la restituzione degli importantissimi documenti all'Archivio di Stato di Napoli, in virtù della normativa vigente. «Il risultato di oggi, testimonia l'importanza dei rapporti non solo tra Forze di Polizia, ma anche tra gli operatori commerciali di settore che, muniti di una maggiore sensibilità ai beni di proprietà pubblica, collaborano come in questo caso, affinché ritornino nei luoghi dove sono stati asportati», ha commentato il maggiore Mauti.

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