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Malattie cardiovascolari, Napoli torna capitale della ricerca

Malattie cardiovascolari, Napoli torna capitale della ricerca

Napoli torna capitale della ricerca scientifica con un appuntamento di rilevanza internazionale. Esperti di tutto il mondo presenteranno i dati più aggiornati e le nuove linee-guida sulle malattie genetiche e rare cardiovascolari. Si parlerà, tra l’altro, dei risultati degli studi sulla cosiddetta “morte improvvisa” (in particolare quella giovanile) realizzati dalla commissione mondiale istituita dalla rivista Lancet e anche del “Manifesto della Rete internazionale cardiomiopatie”. 
L’appuntamento – di grande rilevanza per il mondo scientifico – è previsto per i giorni 5, 6 e 7 dicembre nelle sale dell’albergo Royal Continental di via Caracciolo, a Napoli, per il “Simposio europeo sulle malattie genetiche e rare cardiovascolari”. L’evento – organizzato da Giuseppe Limongelli (Centro riferimento europeo malattie rare del cuore, ospedale Monaldi, università Vanvitelli) e Perry Elliott (direttore dipartimento cardiovascolare dell’University college of London) – riporta a Napoli, dopo il simposio del 2015, l’eccellenza medico-scientifica internazionale nel campo delle malattie rare del cuore. 
“Il meeting sarà aperto da figure istituzionali del parlamento europeo, della agenzia europea del farmaco, della società europea di biotecnologie, delle reti europee di malattie rare, e riunirà scienziati, clinici, giovani ricercatori, studenti, politici ed istituzioni, per fare il punto sulle malattie genetiche e rare, con particolare attenzione a quelle che colpiscono il cuore”, dice Limongelli.
“Il settore delle terapie di precisione cardiovascolari è in rapida evoluzione, con un mutamento radicale del panorama soprattutto per le cardiomiopatie di origine genetica, per le quali possiamo parlare davvero di rivoluzione più che di evoluzione. Un esempio è quello degli inibitori della miosina cardiaca (mavacamten e aficamten) per la cardiomiopatia ipertrofica. Mavacamten è ormai approvato in USA e nell'Unione Europea, ed è attualmente disponibile in Italia con un programma di uso compassionevole, in attesa della rimborsabilità”, dichiara Iacopo Olivotto, prof ordinario all’Università di Firenze, uno dei massimi esperti al mondo di terapie innovative sulle malattie genetiche e rare del cuore.  
Nella fitta agenda spiccano i lavori dedicati alle terapie geniche e molecolari, la presentazione delle nuove linee guida delle cardiomiopatie. «Riunendo alcuni dei più grandi esperti mondiali – spiega il dottor Elliott - miriamo a evidenziare i recenti progressi nelle malattie cardiovascolari ereditarie, con un focus particolare sui nuovi approcci alla diagnosi e al trattamento. Un momento cruciale del congresso sarà il lancio del nostro Manifesto per l’International Cardiomyopathy Network, una nuova associazione di stakeholder medici, scientifici e laici che ha come obiettivo quello di migliorare lo stato di salute delle persone affette da cardiomiopatia e malattie correlate». 
Tra i tanti ospiti della manifestazione anche i componenti della Lancet Commission on sudden death, che illustreranno i nuovi orizzonti di studio e ricerca, un’occasione unica per parlare dell’importante ruolo dell’autopsia molecolare e della necessità di una nuova legge sulla morte improvvisa cardiaca giovanile. Sull’argomento interverrà Cristina Basso, direttore dell’Unità operativa complessa di Patologia cardiovascolare dell’Azienda ospedaliera dell’Università di Padova, professore ordinario di Anatomia patologica nello stesso ateneo e presidente dell’Associazione europea di Patologia cardiovascolare. Che ha spiegato: «Nonostante gli enormi progressi medici e tecnologici la sopravvivenza per arresto cardiaco improvviso resta inferiore al 10% nella maggior parte del mondo. Da qui l’esigenza di un documento che potesse scrivere le linee di intervento di politica 
sanitaria, oltre che di terapia e ricerca per ridurre gli eventi”. La dottoressa ha poi aggiunto: «Nel nostro Paese c’è l’obbligo del riscontro diagnostico in caso di morte improvvisa del lattante e del feto ma non esiste alcuna legge che disciplini la morte improvvisa giovanile. Trattandosi di malattie potenzialmente ereditarie fino al 40% dei casi, la loro identificazione, che è possibile solo grazie all’autopsia, è cruciale per la prevenzione di nuove morti improvvise nei familiari con specifiche strategie diagnostiche e terapeutiche». 
Sullo stesso tema il professor Juan Pablo Kaski ha chiarito: «Le linee guida 2023 della Società Europea di Cardiologia (Esc) per la gestione delle cardiomiopatie rappresentano il primo documento internazionale in assoluto che fornisce indicazioni e raccomandazioni per la diagnosi e il trattamento delle cardiomiopatie (malattie del muscolo cardiaco). Abbiamo evidenziato le varie aree di diagnosi e gestione e fenotipi, oltre a fornire raccomandazioni specifiche per migliorare la capacità diagnostica, la cura e trattamento dei pazienti e i loro familiari». 
Infine le parole di Ruth Biller: «La morte cardiaca improvvisa nei giovani rappresenta spesso la prima manifestazione della malattia in famiglia, pertanto è necessario un iter diagnostico finalizzato alla identificazione e alla protezione dei familiari a rischio al fine di prevenire altri esiti drammatici. L’individuazione di questi casi dovrebbe quindi essere una priorità assoluta per il sistema sanitario».

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