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03 Luglio 2017 - 17:46
Un team di ricercatori italiani dell'Ingv e di altre istituzioni di ricerca inglesi, francesi e spagnole, ha infatti individuato un unico parametro in grado di monitorare in modo semplice e veloce lo stato della caldera dei Campi Flegrei
Nuovo passo avanti nel monitoraggio dei Campi Flegrei che, dal dicembre 2012, sono sotto la lente dei vulcanologi e ad un livello di allerta “giallo", cioè di attenzione. Un team di ricercatori italiani dell'Ingv e di altre istituzioni di ricerca inglesi, francesi e spagnole, ha infatti individuato un unico parametro in grado di monitorare in modo semplice e veloce lo stato della caldera dei Campi Flegrei. Prevedere l'evoluzione dell'attività di un vulcano richiede, invece, «l'interpretazione congiunta della sismicità, delle deformazioni del suolo e delle variazioni che interessano i fluidi emessi come composizione delle fumarole o flussi totali» segnala il gruppo di ricercatori dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Bologna e dell'Osservatorio Vesuviano di Napoli, che insieme a ricercatori dell'Università di Granada, dell'Università di Aberdeen e del Cnrs francese, ha quindi individuato «un parametro, definito sismicità di background, in grado di monitorare, in modo semplice e veloce, l'evoluzione nel tempo dello stato della caldera dei Campi Flegrei. Lo studio, pubblicato su Scientific Reports (Nature), ha messo in relazione centinaia micro-terremoti, avvenuti ai Campi Flegrei dopo il 2000, con innalzamento del suolo e variazioni nella composizione dei vapori fumarolici della Solfatara, che è stata investigata dai ricercatori con un approccio statistico. «L'interpretazione di tutti i segnali associati a tali fenomeni è particolarmente complessa nel caso delle caldere» segnala Giovanni Chiodini, ricercatore Ingv e primo autore dell'articolo. «Talvolta, - spiega - il susseguirsi di terremoti associati a forti innalzamenti del suolo e all'aumento dei vapori emessi dal vulcano non sempre anticipa un'eruzione. Può accadere anche il contrario, ovvero che le eruzioni siano precedute solo da deboli variazioni dei segnali geofisici e geochimici».
La somma della serie temporale dei terremoti così selezionati, definita sismicità di background, mostra un comportamento molto simile al pattern dell'innalzamento del suolo e a quello dell'aumento della concentrazione nelle fumarole della specie gassosa più sensibile alla temperatura. In particolare, «a partire dal 2008, le curve che rappresentano la sismicità di background e il sollevamento del suolo sono praticamente coincidenti» aggiunge il ricercatore Ingv. «La sismicità di background, il sollevamento del suolo e l'aumento di concentrazione nelle specie fumaroliche sensibili alla temperatura, mostrano inoltre un andamento nel tempo molto simile all'aumento di temperatura simulato in un sistema virtuale soggetto a ripetute iniezioni di fluidi molto caldi, di origine magmatica nella nostra interpretazione» segnala ancora Chiodini. Sebbene la sismicità, le deformazioni del suolo e le variazioni geochimiche siano misurate «con metodi chiaramente indipendenti», essi mostrano ai Campi Flegrei, «durante il fenomeno bradisismico, un pattern temporale assolutamente coincidente» aggiunge l'Ingv.
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