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Ferito Gennaro Elia: è giallo ai Quartieri

Ferito Gennaro Elia: è giallo ai Quartieri

NAPOLI. Ha raccontato alla polizia di aver reagito a un tentativo di rapina e per vendetta il malvivente gli aveva esploso contro un colpo di pistola, ferendolo a un polpaccio. Era l’una e 10 di ieri quando è scattato l’allarme per il ferimento di Gennaro Elia, 36enne dei Quartieri Spagnoli già conosciuto dalle forze dell’ordine, trasportato all’ospedale dei Pellegrini e dimesso dopo le cure già nella stessa notte con una prognosi di 21 giorni. Sulla vicenda stanno indagando gli investigatori della Squadra mobile della questura con la collaborazione dei colleghi del commissariato Montecalvario. Al momento non ci sono elementi per non credere alla vittima, che ha riferito di essere stato aggredito in via Cristoforo Colombo. Gennaro Elia è arrivato con mezzi propri all’ospedale della Pignasecca , dove i medici del pronto soccorso hanno riscontrato una ferita d’arma da fuoco al polpaccio destro. Il proiettile era fuoriuscito e così il 36enne, imparentato con gli omonimi ras del Pallonetto, ha potuto far ritorno a casa dopo le cure. Non ha precedenti per camorra e per gli investigatori escludono collegamenti con vicende che riguardano il clan di Santa Lucia, del quale non fa parte. Resta in piedi, come sempre in casi del genere, l’ipotesi di un agguato mascherato da rapina: una tecnica utilizzata sempre più spesso per depistare le indagini. Ma la pista principale, fino a eventuale prova contraria, è che l’uomo sia rimasto vittima di una tentata rapina con lo scopo di portargli via soldi e oggetti di valore. Un’eventualità che purtroppo di notte a Napoli non è rara. Intanto (ma tra i due episodi non risultano collegamenti) vanno avanti a spron battuto le indagini sul ferimento di Enrico Strazzullo, il 62enne ras della Torretta accoltellato nei pressi della sua abitazione in vico San Guido. Era la sera del 20 novembre scorso e pur seguendo più piste, gli investigatori si starebbero focalizzando sull’ipotesi di un agguato mascherato da rapina. Finta perché in realtà, per vicende di “sistema”, gli aggressori avrebbero voluto vendicarsi o lanciare un segnale al gruppo malavitoso più forte in zona nell’ultimo anno, con a capo Giovanni “o’ Kikko”, figlio dello storico capozona soprannominato “Peperone” (quest’ultimo libero e senza pendenze giudiziarie, va sottolineato) . Inoltre, la polizia avrebbe raccolto voci confidenziali circa un litigio che si sarebbe verificato in precedenza, e sta cercando di sapere se sia stato il prologo al tentato omicidio, probabilmente di stampo camorristico. Di certo c’è che la vittima ha riportato lesioni da taglio, non profonde, al naso e al braccio destro. Le indagini sono condotte dai poliziotti della sezione “Omicidi” della Squadra mobile della questura (dirigente Alfredo Fabbrocini, vicequestore Luigi Vissicchio). Enrico Strazzullo (e fino a prova contraria il suo racconto deve essere ritenuto vero) ha riferito che si trovava davanti alla palazzina in cui abita, seduto su una sedia, quando due uomini a piedi si sarebbero fermati vicino a lui e gli avrebbero intimato di consegnare i soldi che aveva addosso. Prima lo hanno minacciato e poi aggredito, ha detto agli investigatori il 62enne. Lui in quel momento non aveva denaro e ha reagito rapidamente.

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