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Clan Giannelli, tutti alla sbarra

Clan Giannelli, tutti alla sbarra

Faida di Bagnoli e Cavalleggeri, sette imputati puntano allo sconto di pena e ottengono il rito abbreviato. Agguati e ordini dal carcere, solo il boss “Schwarz” e Quotidiano vanno al dibattimento

NAPOLI. Agguati, vendette e ordini dal carcere per assumere il controllo degli affari criminali a Napoli Ovest, i registi dell’ultima faida di Bagnoli e Cavalleggeri d’Aosta provano a limitare i danni puntando a un sostanzioso sconto di pena in caso di, quantomai probabile, condanna in primo grado. Renato Langella, Cristian Esposito, Marco Assalto, Cesare Ciro Di Giulio, Gennaro Formicola, Giovanni Ranavolo e Zelinda Piscopo, ieri mattina hanno chiesto e ottenuto di essere giudicati con il rito abbreviato. Colpo di scena, invece, per il boss ergastolano Alessandro Giannelli “Schwarz”, che insieme al rampollo Maurizio Quotidiano ha deciso di andare al dibattimento. Il processo riprenderà a fine gennaio, quando la parola passerà al collegio difensivo per le discussioni: tra gli avvocati difensori si segnalano i penalisti Antonio Abet, Rocco Maria Spina, Gennaro Pecoraro, Claudio Davino, Mario Bruno e Mirella Baldascino.

L’inchiesta che ha portato alla sbarra gli esponenti dei clan Giannelli ed Esposito è nata da una doppia vicenda sentimentale che coinvolge i Giannelli e provoca una denuncia in questura per minacce. Da quel momento i poliziotti della sezione della Squadra mobile con i colleghi dei commissariati San Paolo e Bagnoli hanno monitorato Alessandro Giannelli ricostruendo una serie di episodi collegati alla malavita dell’area flegrea o a vicende interne: contrasti con i figli di Massimiliano “’o scognato” (all’epoca agli arresti domiciliari a Scalea), cioè Cristian Esposito e Massimiliano Esposito junior; il litigio telefonico con Emanuele Marsicano che chiuse la chiamata con la frase «levati davanti al cesso» e poi spiegò che non sapeva di parlare con Alessandro Gianelli, arrabbiatissimo e pronto a vendicare con le armi l’offesa; l’incendio doloso a un’abitazione di via Bagnoli attigua a quella di Imma Maiorino, donna della quale il capoclan di Cavalleggeri voleva vendicarsi; l’aggressione del 24 settembre 2022 di un clan avverso a Marco Assalto per la gestione della piazza di spaccio di via Cesare Fera; l’azione di fuoco del 29 settembre 2022 in via Jose Maria Escrivà, contro un’autovettura riconducibile agli oppositori, nonché la stesa compiuta del 19 ottobre 2022 in via di Niso contro l’abitazione di un nemico di camorra.

Sono infine state ricostruite le numerose aggressioni nei confronti di parcheggiatori abusivi di Bagnoli, come è successo il 24, il 25 e il 27 settembre 2022 in via Cattolica e in via Coroglio, nonché quella del 6 ottobre successivo in viale Giochi del Mediterraneo. Giannelli continuava tra l’altro a tenere le redini della cosca nonostante si trovasse da tempo detenuto: il boss dava infatti ordini dal carcere in cui si trovava, potendo contare sulla disponibilità di telefonini clandestini. Peccato per lui che gli inquirenti fossero costantemente in ascolto. Alle indagini hanno contribuito tra gli altri anche i collaboratori di giustizia Yuseff Aboumouslim, Felice D’Ausilio, Alessandro De Falco, Gennaro Carra e Salvatore Romano.

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