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Manovra, i medici tornano in piazza: a Napoli presidio sotto la Prefettura

Manovra, i medici tornano in piazza: a Napoli presidio sotto la Prefettura

I medici tornano a scioperare lunedì prossimo: è la seconda giornata di protesta dopo quella del 5 dicembre. Questa volta a incrociare le braccia saranno i camici bianchi dei servizi di Asl e ospedali: veterinari, anestesistirianimatori e specialisti di patologia clinica e dell’area radiologica. La stima dei sindacati di categoria Aaroi-Emac; il Fassid, FvmFederazione veterinari e Cisl Medici, è che il 18 dicembre saranno a rischio 25mila interventi chirurgici. A Napoli il presidio si terrà davanti alla Prefettura. «La legge di bilancio che il Governo intende portare in approvazione – senza che il Parlamento, ormai ridotto ad organo decorativo, la possa emendare – mortifica tutto il lavoro dipendente nella pubblica amministrazione e assesterà il colpo di grazia alla sanità pubblica e al diritto alla salute della popolazione. Le motivazioni che ci avevano portati a proclamare lo stato di agitazione del personale medico, veterinario e sanitario del Servizio sanitario nazionale sono ancora più pesanti ora che con il maxiemendamento il Governo sembra voler rimediare i buchi di bilancio con il suo terrorismo previdenziale» sottolinea, a nome di tutti gli aderenti, il presidente campano di AaroiEmac, il sindacato di anestesisti e rianimatori, Giuseppe Galano. «L’ipotesi del Governo di tagliare nell’immediato le pensioni del pubblico impiego a 700mila lavoratori e di imprigionare tutte quelle future in un’attesa sempre più lunga, oltre ad aver l’aspetto di una intimidazione, rappresenta la modesta capacità di trovare soluzioni di finanza pubblica e di contrastare l’evasione fiscale, con la volontà malcelata di tutelare gli interessi inconfessabili di privatizzazioni» continua il direttore della centrale operativa del 118 di Napoli. «Il prossimo lunedì sarà quindi il giorno per protestare contro una manovra iniqua e inaccettabile, ma anche per dimostrare che la professionalità è indispensabile per gli ospedali - spiega Galano -. Non ci piace dover ricorrere allo sciopero, ma siamo giunti al momento in cui occorre un segnale forte, per trasmettere un messaggio di compattezza che arrivi dritto alla Politica di governo nazionale e regionale del nostro Servizio sanitaio nazionale. Dobbiamo fermarci uniti per tutelare la sanità pubblica; per un’adeguata valorizzazione anche stipendiale del lavoro dei suoi professionisti; per reclamare in generale il diritto alla salute della popolazione di questo Paese; per pretendere che il finanziamento del Servizio sanitario nazionale, che proviene dalle nostre tasse, non vada sprecato ingigantendo il lucro privato a carico della spesa pubblica». Infine: «Per tutti questi motivi la mobilitazione dell’Intersindacale dei medici, dei veterinari e dei sanitari è un atto dovuto, un impegno progressivo, un atto di costante vigilanza democratica che, dopo lo sciopero del 17 novembre, la manifestazione del 25 novembre e lo sciopero del 5 dicembre, continua con lo sciopero di 24 ore del 18 dicembre di Aaroi-Emac, Fassid, Fvm e Cisl Medici, e che non si fermerà al 2023».

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