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Racket a Rua Catalana, ex marittimo vittima del clan: «Prinno mi ha preso a pugni»

Racket a Rua Catalana, ex marittimo vittima del clan: «Prinno mi ha preso a pugni»

«Mi ha aggredito fisicamente, sferrandomi un pugno al volto e facendomi rovinare a terra. Ho battuto la testa e mentre ero ancora intontito, mi sono arrivati diversi calci alle gambe ma non sono riuscito a vedere nulla perché ero stordito. Ho sentito Giuseppe Prinno che mi diceva con fare minaccioso “se so che vai alla polizia ti sparo”, sempre in dialetto napoletano. Poi se n’è andato imboccando via Melisurgo». Sta in questa parte del racconto la fase più drammatica del tentativo di estorsione subito dall’ex marittimo originario di Rua Catalana che ha avuto il coraggio denunciare il ras Giuseppe Priunno e il nipote incensurato Dario Prinno, entrambi arrestati l’altro ieri dalla polizia. Il pensionato conosceva l’aggressore più grande d’età, ma non ha avuto dubbi nel riconoscere in fotografia anche il più giovane. Più volte li aveva visti insieme e in un paio d’occasioni il 67enne aveva pronunciato rivolgendosi a lui la stessa frase “ti sei fatto i soldi in questi anni, eh?”, riferendosi presumibilmente al periodo in cui Giuseppe Prinno era stato in carcere. Il 16 dicembre l’uomo è entrato in questura, chiedendo di voler denunciare una tentata estorsione subita e così è salito al terzo piano, dove è stato accolto dai poliziotti della sezione “Criminalità organizzata” della Squadra mobile della questura. «Premetto di essere proprietario di un appartamento in Rua Catalana, affittato con regolare contratto. Ho abitato in quella casa sino al 1997 e poi mi sono trasferito alla residenza attuale. Ma spesso frequento la zona di piazza Municipio e mi ritrovo con amici presso un locale in via Cristoforo Colombo. Da qualche giorno a questa parte un soggetto che conosco da tempo come malavitoso della zona, che so chiamarsi Giuseppe Prinno, si è avvicinato a me pronunciando le testuali parole “ti sei fatto i soldi in questi anni, eh?”. Me lo ripetuto con fare arrogante ogni volta che lo vedevo in giro e io gli rispondevo che non ero ricco e quel poco che avevo me l’ero guadagnato lavorando sulle navi come marittimo». «Verso le 18 e 10 di oggi (16 novembre 2023, ndr) in via Cristoforo Colombo all’altezza di un bar ho incontrato nuovamente Prinno con un ragazzo che so essere il nipote, il quale mi chiedeva con fare aggressivo che gli dovevo dare 5000 euro per i carcerati, dicendomi: “vedi come devi fare, ma mi devi dare questi soldi. Ti do 3 o 4 giorni di tempo per darmeli! Il tutto in dialetto napoletano ad alta voce, sempre con tono minaccioso. Gli ho risposto che non disponevo della somma, ma lui senza nemmeno farmi finire di spiegare mi ha aggredito fisicamente sferrandomi un pugno al volto». Decisive per gli arresti (ferma restando la presunzione d’innocenza per gli indagati fino all’eventuale condanna definitiva) si sono rivelate tre circostanze: le due denunce, il 16 e il 20 novembre 2023, presentate dalla parte offesa alla polizia; le immagini della videosorveglianza e il referto dell’ospedale dei Pellegrini con 7 giorni di prognosi per le contusioni riportate.

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