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30 Dicembre 2023 - 08:00
NAPOLI. Doppio colpo di scena per il “rampollo” della mala di Sant’Erasmo, Luca Montescuro, che nel giro di dieci giorni ha prima lasciato il carcere per andare ai ben più confortevoli arresti domiciliari in Sardegna e poi, giusto ieri sera, ha ottenuto anche il dissequestro dei due appartamenti che a marzo scorso gli erano stati “sigillati” su disposizione della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Napoli: in entrambi i casi si sono rivelate determinanti le argomentazioni difensive dei suoi legali, gli avvocati Giuseppe Milazzo e Immacolata Romano, i quali hanno convinto la Corte d’appello circa la provenienza lecita con cui i beni immobili erano stati acquistati. Colpo di scena, dunque, per il figlio del defunto boss Carmine Montescuro “’o menuzz”, che già il 18 dicembre aveva lasciato il carcere nel quale stava scontando un cumulo di pena di circa 17 anni per reati di droga, rapina, armi e sequestro di persona. Il tribunale di Sorveglianza, accogliendo l’istanza difensiva, gli ha infatti concesso i domiciliari in Sardegna. Per il 62enne del rione Sant’Erasmo le buone notizie non sono però finite qui. A sorpresa, infatti, la Corte d’appello di Napoli ha disposto il dissequestro dei due appartamenti finiti nella scorsa primavera nel mirino della Procura: secondo gli inquirenti, infatti, quei due appartamenti, dal valore complessivo di quasi 500mila euro, erano stati acquistati in passato grazie al denaro sporco frutto delle attività del gruppo criminale con base in via Santa Lucia ai Filippini. Il tandem difensivo MilazzoRomano è però riuscito a dimostrare, nonostante la pesante assenza di tracciabilità e movimentazioni bancarie, che i soldi con cui erano state comprate le due abitazioni erano stati in realtà dati a Montescuro junior e alla moglie dal padre di quest’ultima. Grazie alla raccolta di buste paga e Tfr è così arrivata la svolta sul caso.
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