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Doppio agguato alle Salicelle, riflettori puntati sul clan Sasso

Doppio agguato alle Salicelle, riflettori puntati sul clan Sasso

NAPOLI. Venti di faida al rione Salicelle, l’ennesima escalation rischia di essere dietro l’angolo. L’agguerrito clan Sasso, nonostante i tanti arresti subiti negli ultimi mesi, continua a tenere botta e adesso finisce nel mirino degli inquirenti per il doppio agguato teso la sera di San Silvestro a due venditori ambulanti, feriti alle gambe a colpi di pistola. Le indagini sul caso sono ancora alle battute iniziali, ma la polizia sta cercando di fare chiarezza sulla posizione di tre sospettati, Carlo Giuseppe Esposito, Ciro Ferraro (cugino del giovane boss detenuto Giuseppe Sasso) e Antonio Bitonto: tutti sono stati infatti sottoposti all’esame dello stub e i risultati del test saranno noti da qui a pochi giorni. Esposito, Ferraro e Bitonto sono stati fermati la sera del 31 dicembre scorso pochi minuti dopo l’agguato avvenuto contro i “bancarellai” di corso Meridionale. La polizia li aveva infatti intercettati mentre si trovavano a bordo di un’auto con la quale procedevano a velocità sostenuta. Ricevuto l’alt, il trio ha accelerato a più non posso e quello che ne è scaturito è stato un inseguimento da brividi, terminato solo diversi chilometri dopo, quando la vettura dei fuggitivi è andata a schiantarsi su un’altra macchina in sosta. Dettaglio tutt’altro che trascurabile: all’interno dell’auto gli agenti del commissariato di zona hanno poi recuperato le chiavi di accensione di un Honda “Sh”, vale a dire lo stesso modello che i sicari avevano usato pochi minuti prima per compiere l’imboscata armata. Non solo, addosso a Carlo Giuseppe Esposito sono stati trovati anche una ventina di bossoli pronti all’uso. Una quantità di indizi sufficienti a far scattare il test per la positività alla polvere da sparo. Ieri è stata tra l’altro celebrata la direttissima e anche in questo caso non sono mancati i colpi di scena. Ferraro, difeso dall’avvocato Dario Carmine Procentese, è riuscito a cavarsela con una condanna a 1 anno da scontare agli arresti domiciliari; Esposito ha incassato 1 anno e 4 mesi, sempre da scontare ai domiciliari; mentre Bitonto, unico incensurato della paranza, difeso da Mirella Baldascino, ha ottenuto la sospensione della pena ed è tornato a piede libero. I tre indagati non hanno però fornito alcuna spiegazione circa il misterioso oggetto di cui si sono sbarazzati durante la fuga e che non è stato ancora ritrovato. Le indagini sul caso potrebbero però subire una brusca accelerazione da qui ai prossimi giorni: giusto il tempo che il test dello stub dia il proprio responso. L’agguato era scattato intorno alle 18 del 31 dicembre e i due feriti, ricoverati alla clinica Villa dei Fiori di Acerra, sono stati gambizzati mentre erano in strada: hanno raccontato che a sparare sarebbe stato un giovane che loro non conoscevano e che gli aveva chiesto denaro. I due avevano riportato rispettivamente una ferita al ginocchio e alla tibia. Gli agenti del commissariato di Afragola stanno passando al setaccio la vita dei due, i loro rapporti, frequentazioni e tutto quanto viene ritenuto utile alle indagini. L’ipotesi del racket resta la più battuta.

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