Cerca

Pronto soccorso affollato, infermiere picchiate

Pronto soccorso affollato, infermiere picchiate

NAPOLI. Prima trascinata per i capelli, poi presa a pugni. Ha riportato la rottura di un dente e ferite al naso. Questa le conseguenze riportate da una delle due infermiere aggredite ieri sera presso l'ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia. Un’aggressione nata dall’affollamento dei pronto soccorso, problema che in queste ore sta coinvolgendo l’intera Campania.

L’AGGRESSIONE. Andiamo con ordine, partendo da quanto accaduto nella sera di mercoledì nell’ospedale di Castellammare. Troppa gente in sala d'attesa, due infermiere chiedono ai familiari di una paziente di uscire dal pronto soccorso, ma vengono aggredite, spintonate e prese a pugni. Sul caso indagano i poliziotti del commissariato di Castellammare di Stabia, che hanno acquisito i filmati del sistema di videosorveglianza interno all'ospedale e, in attesa della denuncia, procedono d'ufficio all'identificazione dell'aggressore, coordinati nelle indagini dalla Procura di Torre Annunziata.

LE CONSEGUENZE Una delle due infermiere ha avuto la peggio ed ha postato anche la foto sui social. Questo il referto completo: frattura dell'incisivo superiore destro mediale, l'infrazione delle ossa nasali, una ferita lacero contusa al labbro superiore, suturata con un punto riassorbibile, una vistosa tumefazione al lato destro del volto, una lombalgia post traumatica e un severo stato di agitazione psicomotoria. La prognosi è di 25 giorni salvo complicazioni.

L’APPELLO. Ma non è certo il primo caso di aggressioni al personale sanitario. Solo nei pochi giorni di questo 2024, altre due aggressioni al personale sanitario erano avvenute - secondo quanto riporta l'associazione Nessuno Tocchi Ippocrate - ad un equipaggio del 118 a Casoria e al personale del pronto soccorso dell'ospedale San Paolo di Napoli. «Siamo stanchi delle violenze - ha commentato il direttore generale dell'Asl Napoli 3 Sud, Giuseppe Russo - chiediamo l'immediata attivazione del drappello di polizia all'interno del presidio. Arrivati a questo punto la militarizzazione degli ospedali è l'unica strada percorribile. Ogni giorno gli operatori sanitari raggiungo il posto di lavoro per curare e non certo per rischiare la vita. Naturalmente, nel percorso giudiziario che seguirà questo atto di violenza, come azienda ci costituiremo parte civile».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori