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05 Gennaio 2024 - 08:00
NAPOLI. Due attentati, una sola mano. O meglio, un solo gruppo: autore delle sparatorie intimidatorie di fine anno nella zona del centro città: prima in corso Umberto e poi in corso Garibaldi. Notizie di cui ha dato notizia il nostro giornale con ampi particolari e sulle quali sta indagando la Squadra mobile della questura, che avrebbe già acquisito alcune informazioni utili alla risoluzione del caso. Infatti, una delle piste seguite porterebbe a una “paranza” di giovani legati a un potente clan nella zona di Napoli commerciale. Così, per dare un forte segnale ai titolari di attività economiche sarebbe entrato in azione tra Napoli e Capodanno. Il “pizzo” dunque, è l’unica ipotesi, almeno per il momento, per spiegare il perché degli spari contro il bar di corso Umberto il 29 dicembre e il negozio di scarpe sportive il successivo 31. Un raid quest’ultimo, volutamente compiuto diverse ore prima della mezzanotte così da non poter essere confuso con i festeggiamenti a colpi di pistola per l’arrivo del nuovo anno. Quest’ultimo episodio è avvenuto poco dopo la chiusura del negozio di scarpe sportive “One Street”. Una raffica di proiettili nel corso di un’azione tipicamente camorristica: tre colpi di pistola che hanno bucato la vetrina intorno alle 18 di sabato 31 dicembre. Così, ragionano gli investigatori, da lanciare un messaggio sinistro ai titolari dell’esercizio commerciale di corso Giuseppe Garibaldi. Nessuno è rimasto ferito e i danni al locale, in quel momento chiuso, sono facilmente riparabili. Ma i malviventi non puntavano a fare vittime. Le indagini sono condotte dai poliziotti della Squadra mobile della questura, che al momento seguirebbero soprattutto la pista del racket. Nei prossimi giorni saranno acquisite altre testimonianze, oltre quelle dei gestori già ascoltati che avrebbero riferito di non avere ricevuto minacce. Se l’ipotesi richiesta “pizzo” sarà confermata, la polizia riterrebbe possibile la classica strategia preventiva della camorra: prima si spara e poi si va a bussare a quattrini partendo da una posizione di forza. Non sarebbe la prima volta e non sarà l’ultima. Era notte fonda invece nel caso della sparatoria contro un bar di corso Umberto I, al civico 83, all’esterno e all’interno. Erano le 3 e 30 e nel locale si trovavano ancora alcuni clienti con il titolare e un dipendente. Una motocicletta con due uomini in sella si è fermata davanti all’ingresso e quello seduto dietro, estratta una pistola, ha cominciato a sparare a raffica fortunatamente senza colpire nessuno. C’è stato ovviamente un fuggi fuggi generale e solo l’arrivo delle Volanti dell’Upg della questura ha riportato la calma. A terra sono stati raccolti e sequestrato alcuni bossoli dalla Scientifica, che ha compiuto accurati rilievi. In zona ci sono telecamere funzionanti, le cui immagini potrebbero aiutare gli investigatori della Squadra mobile della questura nelle indagini. Con il passare dei giorni sembrerebbe esclusa l’ipotesi di un agguato fallito, resterebbe quella di un’intimidazione da racket.
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