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08 Gennaio 2024 - 07:30
NAPOLI. Secondo la ricostruzione degli inquirenti rappresentava la figura di vertice di un ingegnoso meccanismo criminale finalizzato a riciclare i soldi della camorra napoletana. Il tribunale del Riesame è stato però di tutt’altro avviso e per Gaetano Gargano, 33enne concessionario specializzato nel noleggio di auto di lusso, le accuse spiccate dalla Procura sono andate letteralmente a picco. I giudici delle Libertà, accogliendo in pieno le argomentazioni intavolate dal legale di Gargano, l’avvocato Domenico Dello Iacono, hanno annullato l’ordinanza di custodia cautelare eseguita il mese scorso a carico dell’imprenditore maranese, disponendone al contempo l’immediata scarcerazione. Sulla testa di Gaetano Gargano, arrestato a metà dicembre insieme ad altre sette persone, pendevano accuse di assoluta consistenza. Su tutte, quella di associazione per delinquere finalizzata a commettere operazioni di intestazione fittizia e riciclaggio. In parole povere, l’organizzazione, tramite il noleggio di macchine di lusso, avrebbe consentito a diverse holding mafiose, in particolare al clan Polverino, di ripulire i soldi guadagnati con il traffico di droga. Grazie a un articolato sistema di prestanome, infatti, i presunti ras affiliati avrebbero potuto godere di macchine costosissime, come Ferrari e Lamborghini, eludendo sequestri e misure di prevenzione. Non solo, secondo l’ex narcos del clan Sautto-Ciccarelli Vincenzo Iuorio, cambiando spesso auto, gli affiliati avrebbero ridotto al minimo il rischio di finire sotto intercettazione grazie alle captazioni ambientali. Gargano, socio in affari di Pasquale Coppola, ritenuto il dominus dell’inchiesta, avrebbe in particolare controllato le attività di vendita e noleggio delle auto sul territorio campano, individuando i soggetti interessati a occultare la propria identità come reali intestatari di auto di grossa cilindrata. Secondo la guardia di finanza la holding riciclava dunque i guadagni ottenuti con la vendita di droga nella compravendita di Ferrari, Porsche, Lamborghini e Audi. Attraverso una società costituita in Germania, la “Bella Italia“, offrivano poi ai clienti (tra cui camorristi legati al clan Polverino e alle cosche di Secondigliano e Scampia) contratti di noleggio a lungo termine fittizi che consentivano di eludere sequestri e misure di prevenzione. L’attività di controindagine condotta dall’avvocato Dello Iacono ha però fatto emergere che da parte di Gargano non ci sarebbe mai stata alcuna intenzione di eludere le investigazioni, né tantomeno la volontà di agevolare gli affari dei clan. In alcuni casi i clienti “eccellenti”, come il narcos Luigi Del Prete, già condannato a 18 anni, erano davvero appassionati di supercar e da parte sua non ci sarebbe stata alcuna intenzione di autoriciclare i soldi della cosca. La Decima sezione del Riesame di Napoli ha così annullato l’ordinanza a carico dell’imprenditore, che già ieri ha potuto lasciare gli arresti domiciliari per tornare completamente a piede libero, in attesa degli ulteriori sviluppi dell’iter giudiziario.
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