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08 Gennaio 2024 - 09:47
NAPOLI. Omicidio o tragico evento naturale, sprint nelle indagini per cercare di risalire alle cause della morte di Alexandro Esposito (nel riquadro), il detenuto di 33 anni morto pochi giorni fa nella casa circondariale di Poggioreale. Nella tarda mattinata di oggi sarà infatti eseguita l’autopsia al Secondo Policlinico e all’accertamento tecnico prenderà parte anche il consulente della famiglia del detenuto scomparso, rappresentata dall’avvocato Onofrio Annunziata. L’obiettivo semi-dichiarato è quello di capire se sul corpo di Esposito siano presenti o meno segni compatibili con una possibile aggressione. Forse una spedizione punitiva o una reazione violenta a una lite in corso. Cosa abbia causato la morte di Alexandro Esposito, 33enne di Miano trovato cadavere venerdì mattina nel carcere di Poggioreale, resta al momento un grande, drammatico punto interrogativo. La Procura di Napoli vuole però vederci chiaro e ha deciso di aprire un fascicolo a carico di ignoti. Omicidio volontario, l’ipotesi di reato contestata. Stando a quanto emerso da una prima ispezione della salma, il cadavere del detenuto presentava infatti una copiosa fuoriuscita «di liquido dal cavo orale». I familiari di Esposito, rappresentati dall’avvocato Onofrio Annunziata, ancora sotto choc per la terribile notizia ricevuta, chiedono intanto chiarezza e hanno nominato un proprio consulente in vista dell’autopsia. La verità arriverà dunque dall’esame autoptico che sarà effettuato questa mattina, ma tra le ipotesi di indagine sulla morte del detenuto nel reparto Napoli del carcere di Poggioreale c’è quella di omicidio. Sul corpo, a un primo esame, sono stati riscontrati segni di violenza, in particolare un versamento di liquido e un ematoma su cui l’autopsia potrà dare le prime risposte. Sulla vicenda è stata aperta un’indagine dalla Procura dopo il sequestro del fascicolo e della salma. Già interrogati anche alcuni suoi compagni di reparto.
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