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11 Gennaio 2024 - 09:04
Parla il numero uno dell’Eav dopo la sentenza: «Gli amministratori pubblici sono troppo esposti»
NAPOLI. Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli ha disposto l’archiviazione, su richiesta del Sostituto Procuratore Sica, del procedimento per una ipotesi di abuso d’ufficio in merito alla nomina da parte del socio Regione Campania di Umberto De Gregorio quale Direttore Generale di Eav. In particolare il pm ha ritenuto pienamente condivisibili le argomentazioni espresse dalle difese dell’indagato (avvocati Anna Ziccardi e Dario Gagliano) in ordine all’ipotesi di abuso. «Ho sempre avuto piena fiducia nella giustizia, ancora una volta confermata», è stato il commento di De Gregorio.
Presidente De Gregorio, è complicato amministrare una società pubblica? «Amministrare la cosa pubblica è certamente faticoso e stressante, se a questa attività aggiungi poi l’attività istruttoria di difesa in procedimenti civili ed amministrativi, ma soprattutto penali, che per quanto tu possa avere la coscienza a posto, ti espongono ad una tensione psicologica notevole, la fatica in alcuni momenti diventa immane».
Meglio il privato allora? «L’amministratore di una società privata è molto meno esposto e guadagna molto più di un amministratore di una società pubblica. Forse una riflessione su questo andrebbe fatta e giustifica poi anche la scarsa efficienza del pubblico rispetto al privato».
Ha avuto molte vicende sul piano penale? «Personalmente, da quando ho assunto la carica di Amministratore di Eav, ho vissuto ben nove procedimenti penali, tutti chiusi per archiviazione (tranne uno ancora in corso); ma prima della archiviazione ovviamente la tensione è stata notevole. Forse il tutto nasce dal fatto che si amplifica con la stampa quella cosa che è l’avviso di garanzia, che in teoria è solo una informativa, ma che in alcuni casi sembra diventare mediaticamente una condanna preventiva».
Le sembra un accanimento o è normale tutto ciò? «L’amministratore pubblico che si assume rischi e responsabilità dovrebbe essere incoraggiato nel suo lavoro invece sembra a tratti che tutti siano li a vedere dove sbagli e se viene condannato. Magari fimi cento contratti che vanno bene, ma poi se uno è sbagliato, si racconta solo di questo e sembra che sei un incapace».
Lei personalmente è per l’abolizione del reato di abuso di ufficio? «Non sono un giurista, ma posso dire che l’abuso di ufficio nel mio caso era palesemente inesistente. Vengo nominato in ossequio a norme e delibere Anac, non mi autonomino certo, ma vengo indagato per una nomina che ricevo e che fa risparmiare alle casse dello stato. Quale potrebbe mai essere l’abuso che io avrei commesso? Eppure sul tema ho dovuto affrontare tre giudizi amministrativi (tutti vinti) ed anche l’ordine dei dottori commercialisti che pure ha giudicato del tutto compatibile la nomina con l’essere iscritto all’ordine. Il tutto ha avuto origine da esposti nati per mera pregiudiziale politica».
Ma resta fiducioso nel corso della giustizia? «Sempre. Ho sempre fiducia nella giustizia ed infatti la mia condotta alla fine è sempre stata giudicata lecita, ma che fatica e che stress».
Ma la destra ha portato avanti la battaglia contro l’abuso di ufficio, come mai? «Non credo che la battaglia contro l’abuso di ufficio sia una battaglia di destra. È stata una battaglia storica del Presidente De Luca e tutti gli amministratori sindaci Pd sono a favore dell’abolizione della norma. Davvero è singolare che i parlamentari del Pd siano a favore e gli amministratori Pd siano contro. Qualcosa non torna. Interessante la posizione espressa da Matteo Ricci, responsabile PD enti locali, che si dissocia dalla posizione della segreteria del suo partito».
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