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13 Gennaio 2024 - 09:01
«Aumentiamo gli agenti, i ragazzi girano con le armi per arroganza». Il ministro dell’Interno incontra Noemi, la bambina che fu ferita in un agguato di camorra
NAPOLI. Il Governo sta affrontando l’emergenza criminalità a Napoli seguendo una linea strategica chiara: «Stiamo cercando di riportare la polizia nei luoghi dove c’è più bisogno», a cominciare dai quartieri più a rischio. Matteo Piantedosi (nella foto) arriva a Napoli per partecipare a un seminario di studi promosso dalla Fondazione Polis e affronta subito il tema dell’emergenza criminalità nelle strade della città: «Stiamo intensificando la presenza delle forze di polizia nei luoghi sensibili, nei prossimi giorni ci vedremo per discutere dell’implementazione della presenza nelle zone delle stazioni ferroviarie», aggiunge. Al tempo stesso, però, mette in guardia dal non trascurare gli aspetti «di carattere culturale e sociale».
«DOBBIAMO FARE SINERGIA CON I SINDACI». Il ministro degli Interni sottolinea la necessità di «fare sinergia con i livelli territoriali, con i sindaci». Quello che è certo, spiega, è che «tanti ragazzi esercitano ancora la cultura dell’arroganza, girando con le armi». Il seminario cui Piantedosi partecipa è intitolato “Diritti e bisogni delle vittime di reato”, e a Napoli purtroppo le vittime innocenti della piccola e grande criminalità abbondano.
L’INCONTRO CON LA PICCOLA NOEMI. Tra queste c’è anche la piccola Noemi, la bimba che fu ferita per errore in un agguato di camorra nel 2019 a Napoli, che con i genitori è presente all’evento organizzato dalla Fondazione Polis e incontra il ministro. Un incontro che avviene, significativamente, nella biblioteca dedicata ad Annalisa Durante, uccisa per errore in una sparatoria a Forcella nel 2004. «Questo luogo è diventato luogo della mitezza», spiega il titolare del Viminale, che poi ricorda come nel corso degli anni siano stati erogati diversi fondi in favore dei familiari delle vittime di reato. «È stato emozionante incontrare i familiari delle vittime innocenti aggiunge Piantedosi persone che fanno delle loro tragedie personali un motivo di lotta civile. Da luoghi come questi bisogna proporre modelli nuovi ai giovani, di vita mite, differenti».
SUSSIDI PER 800 MILIONI. Sul tema della norma per il riconoscimento dei sussidi ai familiari delle vittime innocenti dei reati, secondo Piantedosi «il ministero è l’interlocutore giusto. Ci sono questioni da correggere, degli errori, e quello di Polis è un invito che accolgo». Il titolare del Viminale rivendica il fatto che «negli anni sono stati elargiti sussidi per circa 800 milioni di euro alle vittime, ma bisogna spenderli sempre meglio e nella direzione più giusta».
«LO STATO DEVE FARE DI PIÙ, MA NON DEV’ESSERE ASSIMILATO AI CARNEFICI». Tra i vari temi toccati, secondo il ministro è «ingiusta la distinzione tra la casistica e le categorie di vittime». Dunque, sul tema «il confronto è opportuno, farlo insieme alle associazioni è la prospettiva migliore. Lo Stato aggiunge Piantedosi spesso viene interrogato dai familiari, che giustamente chiedono se sia stato fatto tutto il possibile per evitare le tragedie. Deve fare di più, è vero, ma non deve essere assimilato ai carnefici».
SERVE AZIONE CULTURALE. Ma Piantedosi insiste sul fatto che «lo Stato fa e deve fare molto, ma non basta: ci vuole anche l’azione culturale per supportare i comuni sollecitando le attività fondamentali che vengono dal basso e che migliorano le condizioni di sicurezza anche da un punto di vista educativo».
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