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Fendenti al bar, l’ultimo fuggitivo si consegna

Fendenti al bar, l’ultimo fuggitivo si consegna

NAPOLI. Rissa nel sangue nel bar di San Giovanni a Teduccio, fuga finita dopo quasi tre settimane per l’ultimo ricercato. Giovanni Taglialatela, sospettato di essere l’esecutore materiale dei fendenti ai danni di un 17enne, si è presentato pochi giorni fa nel carcere di Secondigliano. Difeso dall’avvocato Davide Della Pietà, il giovane per il momento ha rimediato la convalida del fermo e resta detenuto in attesa del pronunciamento del Riesame. Intanto proprio dai giudici della Libertà è arrivato il primo colpo di scena sul caso. Il Riesame ha infatti disposto la scarcerazione di Vincenzo Taglialatela, cugino di Giovanni, anch’egli sospettato di aver preso parte al brutale ferimento. A rivelarsi determinanti sono state le argomentazioni portate in aula del legale dell’indagato, il penalista Della Pietà, il quale, acquisita in tempi record la cartella clinica della vittima, è riuscito a dimostrare, grazie alla perizia di un consulente di parte, che le cinque pugnalate inferte al 17enne non avrebbero avuto una profondità tale da poter uccidere. L’accusa resta per il momento quella di tentato omicidio, ma la Dodicesima sezione del Riesame, a fronte di un quadro indiziario che sembra farsi scricchiolante, ha deciso di concedere a Vincenzo Taglialatela il beneficio degli arresti domiciliari nella sua abitazione di Barra. Intanto nei prossimi giorni il Riesame si pronuncerà sulla posizione del cugino. I due sono accusati di aver aggredito ripetutamente il minore C.E., 17 anni, la sera tra il 23 e la vigilia del 24 nel bar Bavaro di San Giovanni. Stando a quanto emerso dalle indagini, Giovanni Taglialatela avrebbe sferrato uno schiaffo alla vittima e a quel punto è scoppiata una rissa in cui il primo, per tutta risposta, avrebbe estratto un coltello e sferrato prima tre coltellate rispettivamente all’altezza della spalla e del braccio sinistro nonché sulla testa del 17enne; poi altre due altre due all’altezza della gamba destra e del polpaccio destro; Vincenzo successivamente avrebbe partecipato all’aggressione con due schiaffi violenti quando C.E. era ancora a terra dopo l’ultima coltellata subita: fatto non avvenuto soltanto perché la vittima riusciva a darsi alla fuga.

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