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19 Gennaio 2024 - 09:08
NAPOLI. Rapina in banca da 150mila euro, nei guai tre napoletani. Sarebbero gli autori di un colpo in banca da oltre 152 mila euro, commesso nel marzo 2022 a San Gimignano (in provincia di Siena). Con questa accusa la Procura della Repubblica di Siena conclude le indagini a carico di tre uomini napoletani, grazie alle indagini condotte dai carabinieri di Poggibonsi. Si tratta di Gennaro Perez, 32enne nato a Napoli e difeso di fiducia dall’avvocato Paolo Bufalini; Vittorio Tascone, 27enne nato a Napoli difeso di fiducia dagli avvocati Luigi Poziello del foro di Napoli Nord e Donata Giorgia Cappelluto; Luigi Moschera, 28enne nato a Napoli difeso di fiducia dall’avvocato Guido Iaccarino. I fatti risalgono al 30 marzo 2022, poco prima della chiusura della filiale, quando in concorso tra loro e un quarto soggetto non identificato, per procurare a se o ad altri un ingiusto profitto, ‘impossessavano, con minaccia, della somma contante pari a complessivi 152.710 euro, che sottraevano all’interno della filiale di San Gimignano dell’istituto di credito Chianti Banca Credito Cooperativo. In particolare, tra le 15,40 e le 16,15, mentre Perez e un ulteriore soggetto, allo stato non identificato, attendevano all’esterno dell’istituto di credito, con funzione di palo, vigilando sul transito dei veicoli nell’area circostante ala filiale e sugli eventuali avventori, Tascone, per primo, e Moschera per secondo, si introducevano all’interno della banca, con li volto parzialmente travisato da una maschera Ffp2 e da un cappelo; Tascone, quindi, minacciando li vicedirettore dela filiale, Bernardino Vanni, e la dipendente Francesca Sancasciani, con un cutter e proferendo al loro indirizzo frasi dal seguente tenore «è in corso una rapina. Non cercate di fregarci. Non fate cazzate», induceva il primo a digitare le combinazioni necessarie all’apertura delle casseforti del bancomat e del caveau della banca; s’impossessavano così, all’atto dell’apertura delle casseforti, della somma di denaro contante ivi custodita, pari a complessivi 152.710 euro, che veniva, per l’effetto, sottratta ai legittimi detentori. Le indagini sul caso sembrano però arrivate a una svolta e i tre rischiano ora di finire sotto processo.
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