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25 Gennaio 2024 - 09:53
Notte di piombo a San Giovanni a Teduccio, nel mirino una parente dei Rinaldi. Un commando esplode dieci colpi di pistola in via Raffaele Testa, fari puntati sui reduci dei Mazzarella
NAPOLI. Una sparatoria che riaccende i fari sulla malavita di San Giovanni a Teduccio, storicamente spaccata tra i Mazzarella e i Rinaldi. Ha riportato il quartiere alla dura realtà dopo molti mesi di apparente pax o comunque di diminuzione della tensione. Nel mirino è finita una palazzina nel cosidetto “rione dei profughi” in via Raffaele Testa, contro cui ieri notte sono stati esplosi ben 10 colpi di pistola, come dimostrano i bossoli ritrovati. Nessuno è rimasto ferito, ma è evidente che gli autori della stesa non volevano uccidere. E allora? Uno dei possibili bersagli dell’evidente intimidazione secondo gli investigatori potrebbe essere una cugina dei Rinaldi che abita nello stabile e il cui appartamento si trova sulla traiettoria dei proiettili.
L’allarme è scattato intorno alla mezzanotte e sul posto sono accorsi i carabinieri del Radiomobile e i colleghi del nucleo operativo della compagnia Poggioreale, che conducono le indagini con la collaborazione degli esperti del reparto Investigazioni scientifiche. In via Raffaele Testa, all’altezza del civico 4, infatti sono stati trovati e sequestrati 10 bossoli calibro 7,65, tipico delle azioni di camorra. A dimostrazione che le telefonate giunte al 112, “correte, stanno sparando”, erano veritiere e come hanno confermato, sia pur con dichiarazioni vaghe e frammentarie, alcune persone sentite nell’immediatezza dei fatti.
Gli investigatori in queste ore stanno vagliando diverse ipotesi, tra cui appunto che l’intimidazione avesse come bersaglio per motivi al momento misteriosi l’abitazione di una cugina, parente alla lontana, dei Rinaldi del Rione Villa. Una donna giovane senza alcuna condanna a carico ed estranea a vicende di clan. Per cui non è chiaro, sempre che effettivamente i pistoleri non abbiano sbagliato mira: circostanza diventata frequente negli ultimi anni. Sullo sfondo potrebbero esserci i contrasti sempre latenti e pronti a scoppiare all’improvviso, tra i due gruppi di malavita organizzata che da più di 30 anni controllano le attività illecite nel quartiere orientale di Napoli.
Ma l’episodio potrebbe anche essere stato provocato da una vicenda singola senza collegamento con guerre di “sistema”, fermo restando che la matrice sembrerebbe proprio camorristica. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, sia pur non ancora definitiva, a compiere la ”stesa” sarebbero stati in due, in sella a uno scooter come nelle più classiche azioni di intimidazioni notturne. Uno guidava e l’altro, estratta la pistola, ha fatto fuoco a ripetizione all’altezza del civico 4 di via Raffaele Testa. Nella zona non esiste un impianto funzionante di videosorveglianza e l’unica speranza per gli investigatori di acquisire immagini utili alle indagini è legata a telecamere di privati. Spesso i malviventi armati non si coprono bene il viso o se lo scoprono una volta che si sono allontanati dal luogo. D’altro canto, come la storia anche della camorra insegna, il delitto perfetto non esiste.
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