Tutte le novità
26 Gennaio 2024 - 13:18
"Il disegno di legge sull'autonomia differenziata mette a rischio i servizi pubblici, a partire dalla sanità in Campania. Perciò va ad ogni costo evitato che venga approvato in assenza di una definizione completa dei livelli essenziali di prestazioni e dello stanziamento delle risorse necessarie a garantire i Lep, cose al momento non assicurate visto che il ministero dell'Economia parla di invarianza di spesa". Lorenzo Medici, leader della Cisl Funzione Pubblica regionale, da anni oppositore del "progetto spacca - Italia" attacca la maggioranza di governo "Forse - dice - non si rendono conto di quello che stanno facendo. Oggi, senza modificare alcunchè, abbiamo il 10% dei pazienti della Campania che rinunciano a curarsi perché non hanno i soldi per andare al Nord, dove le liste di attesa sono decisamente, e di molto, meno lunghe di quelle chilometriche delle nostre parti. Domani, con la possibilità di fare contratti diversi a medici, infermieri e professionisti sanitari c'è la certezza della fuga dal Mezzogiorno verso il settentrione con un ulteriore, e stavolta ferale, allungamento dei tempi per fare accertamenti ed esami anche vitali. Possibile che i parlamentari non se ne accorgano ed accettano la delegittimazione visto che gli accordi li fanno solo l'Esecutivo nazionale con le Regioni? E quelli del Sud, ligi alla bandiera di partito anziché difensori delle loro terre?" Il segretario generale della FP mette in evidenza anche un altro aspetto. "Si sta creando - aggiunge Medici - un pericoloso dislivello tra le prestazioni. Se vogliono l'autonomia perché si continua a parlare di sanità e non di previdenza? L'ultimo rapporto dell'Inps ci informa che su 22 milioni e 365 mila pensioni erogate, 10 milioni e 600 di tutte le tipologie (vecchiaia, invalidità, superstiti, indennitarie ed assistenziali) vanno ai cittadini settentrionali. Con la nuova legge saranno le loro regioni a pagarle, o resteranno nelle spese generali? E' una provocazione, ovvio. Ma è anche giusto che o ciascuno si autogestisce del tutto, o a tutti vanno assicurati i livelli essenziali di copertura dei bisogni. Altrimenti, scompare anche l'Italia una e indivisibile, e con essa va in discussione anche la Costituzione su cui è stata costruita la Repubblica. Noi non ci stiamo. E' arrivato il momento di una grande reazione popolare. Tutti assieme, istituzioni, partiti, forze sociali, associazioni e movimenti, senza protagonismi inutili, dobbiamo combattere la battaglia decisiva per il futuro del nostro Paese".
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo