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27 Gennaio 2024 - 10:18
NAPOLI. Suicidio sventato nel carcere di Poggioreale, a Napoli, grazie all'intervento degli agenti della polizia penitenziaria. Lo rende noto il segretario regionale Campania Con.si.pe Luigi Castaldo. Giovedì, nel tardi pomeriggio, un detenuto napoletano trentenne si è impiccato alla finestra della propria camera di pernottamento con le lenzuola. Il tentativo di suicidio è fallito grazie al rapido intervento del personale di turno che, sentito il rumore dello sgabello mentre effettuava un giro di controllo, si è reso conto di ciò che stava accadendo. «Ancora qualche secondo ed avremmo avuto il quinto detenuto morto dall'inizio dell'anno», dice Castaldo secondo il quale «è sempre più insostenibile il carcere nelle attuali condizioni: troppi detenuti e tra essi troppi psichiatrici che rendono il contesto ancor più sofferente e destabilizzante». Per il sindacalista «i tanti ritardi organizzativi e strutturali fanno del carcere di Poggioreale una polveriera umana». E intanto in città spuntano alcuni manifesti di protesta. “Carceri o cimiteri?”. “A Poggioreale si muore”. Sono alcuni dei manifesti funebri incollati nella notte ai muri di Napoli dopo i suicidi avvenuti nel carcere di Poggioreale. L'intento dei manifesti, spiegano dall'Ex Opg Je So' Pazzo, un centro sociale, è di «denunciare ciò che succede nel carcere napoletano e riportare all'attenzione di tutti che, dall'inizio del 2024, sono già 9 i suicidi nelle carceri italiane, di cui tre solo in quello di Poggioreale». Il centro sociale espone anche il manifesto “Andrea, Mahmud, Luciano. Morti sotto la custodia dello Stato”, sottolineando che i suicidi sono «il simbolo di tutte le disfunzioni del sistema carcerario: sovraffollamento, mancanza di personale e privazione di ogni diritto e tutela per i detenuti che sono trattati quotidianamente come bestie, piuttosto che come esseri umani». Per quanto riguarda poi, nello specifico, il carcere di Poggioreale, «ci sono solo due psichiatri a fronte dei 2.100 detenuti».
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