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27 Gennaio 2024 - 18:12
Lo scrittore al Liceo Scientifico di Castellammare di Stabia, Francesco Severi, per parlare del linguaggio di pace e di guerra, ha affrontato il tema del conflitto tra Israele e Palestina. «A Gaza non è genocidio, ma la maledetta guerra dei nostri giorni che diventa terrorismo quando bombarda dall'alto e vede combattere nelle città truppe armate che colpiscono civili inermi, uccidendo donne, vecchi e bambini innocenti».
CASTELLAMMARE DI STABIA. È venuto a parlare di guerra e di pace, di antifascismo e di terrorismo, di immigrazione e della inutilità del male Erri De Luca, in dialogo con gli studenti del liceo scientifico "Francesco Severi" di Castellammare di Stabia. Nell’Auditorium Rita Levi Montalcini per una mattinata in cui lo scrittore napoletano chiarisce ai giovani i concetti di “genocidio” e “terrorismo”, così tanto utilizzati definendo il conflitto in atto tra Israele e Palestina. E soprattutto ha esortato i giovani a rendersi padroni delle parole «per essere abitanti, cittadini della nostra lingua e non subirla», per «formarci gli anticorpi contro parole e frasi utilizzati da spacciatori di vocabolari falsi».
“È genocidio – spiega De Luca – quando si vuole perseguire lo sterminio di un’etnia o di un popolo. È accaduto con gli Armeni, con i Gitani e con gli Ebrei in Europa e dei Tutsi da parte degli Hutu in Ruanda. Il genocidio vede gli sterminatori inseguire casa per casa ovunque si trovino le etnie o i popoli odiati. Ciò che sta accadendo a Gaza e come è stato a Mariupol, in Russia, è purtroppo il modo in cui si sviluppano le maledette guerre moderne, che sono criminali. Perché non sono come quelle dei secoli passati, in cui gli eserciti si affrontavano in campo aperto. Ma avvengono nelle città, dove truppe armate fanno la guerra alla presenza di civili inermi. Dove muoiono anziani, donne, bambini, malati privi di ogni difesa e di ogni colpa».
E, ancora, «I bombardamenti aerei sulle città, com’è avvenuto a Belgrado, a Damasco e in altri scenari di guerra, io li giudico atti di terrorismo. Perché non solo uccidono dall’alto, ma cadendo sui palazzi, terrorizzano chi vive in quelle città, inducendoli a fuggire…».
E, poi, sul concetto del “male” che, nonostante le civiltà avanzate, non si riesce a sradicare dall’animo umano, De Luca ha spiegato come, nel Libro della Genesi, fu piantato l’albero “del Bene e del Mle”. «Se io fossi stato il giardiniere, avrei piantato due alberi – ha detto – uno del bene e uno del male, in modo da distinguerli. Ma l’albero della conoscenza, che aveva per il bene e il male stesse foglie e stessi frutti, era uno solo. Solo quando Eva strappò e mangiò con Adamo quel frutto, entrambi furono consapevoli di avere agito male e anche di essere nudi. In ognuno di noi c’è quell’albero e in ogni generazione si conosce il male solo quando se ne fa esperienza…E, purtroppo, ad ogni generazione è dato di farne esperienza».
Qualcuno ha chiesto allo scrittore cosa ne pensa di questo governo e lui ha risposto: «Il nostro paese ha l'antifascismo nel suo Dna. È genetico. Quelli al governo che nicchiano o fingono, con una gioventù da militanti neofascisti, sono dei clandestini a bordo», e sui conflitti di genere, è stato duro nei confronti degli uomini: «Assistiamo alla disgregazione del genera maschile, che si è molto indebolito – ha detto – l’uomo è pieno di incertezze e sente di non riuscire a stare alla pari con la donna, la sopraffà o la subisce sgomento, sviluppando azioni distrutture. Per fortuna statisticamente i femminicidi sono pochi rispetto a questo stato di crisi diffuso. Ma è comunque grave e insopportabile che avvengano. Alle donne dico di non lasciarsi sopraffare, ma di difendersi. E se lo Stato non è in grado di difenderle, lo facciano da sole chiedendo il porto d’armi».
L’incontro è stato organizzato dalla preside del Liceo Severi, Elena Cavaliere, con la collaborazione dell’Associazione Nazionale Magistrati, rappresentati dalla dottoressa Andreana Ambrosino e il coordinamento della professoressa Elena Cascone.
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