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31 Gennaio 2024 - 09:37
La paranza dei bambini torna alla sbarra per la conclusione del processo di secondo grado e, dopo la stangata rimediata lo scorso anno, arriva un inatteso colpo di scena. I giudici della Corte d’appello di Napoli hanno infatti rivisto al ribasso tutte le diciassette condanne, con riduzioni che in alcuni casi hanno persino superato i dieci anni. Queste nel dettaglio le pene disposte al termine del processo di appello: Vincenzo Caliano, difeso dall’avvocato Rocco Maria Spina, 4 anni e 4 mesi a fronte dei precedenti 11 anni e 6 mesi; Giovanni Matteo, difeso dall’avvocato Dario Carmine Procentese, 4 anni e 8 mesi, ottenendo così una riduzione di 7 anni rispetto alla precedente condanna; Giosuè Napoletano, anch’egli difeso dall’avvocato Procentese, 7 anni e 6 mesi, spuntando una riduzione di ben 10 anni; Giuseppe Gambardella, 3 anni e 8 mesi; Annunziata Ingenito, difesa dall’avvocato Procentese, 3 anni e 4 mesi; Giovanni Ingenito, 2 anni e 4 mesi; Antonio Iodice, 5 anni e 6 mesi; Emanuele Irollo, 8 anni e 6 mesi; Emanuele Romano, 3 anni e 2 mesi; Assunta Manzo, 4 anni e 2 mesi; Assunta Manzo, 4 anni; Carmine Motti, 10 anni; Pietro Perez, 3 anni e 4 mesi; Gaetano Portanova, 2 anni e 8 mesi; Fabio Rivieccio, difeso dall’avvocato Procentese, 6 anni e 8 mesi; Maria Sabatelli, 10 anni; Alberto Volpe, 11 anni. Del collegio difensivo facevano parte anche gli avvocati Leopoldo Perone, Domenico Dello Iacono e Giuseppe Ricciulli. Nonostante la sfilza di condanne incassate in primo grado, con “picchi” che per i capi e promotori hanno sfiorato i vent’anni di reclusione, il processo di appello che vede alla sbarra il gotha del clan Sibillo di piazza San Gaetano si era aperto a ottobre con un clamoroso colpo di scena. I giudici della Quarta sezione ieri pomeriggio hanno infatti accolto l’istanza di scarcerazione avanzata dagli avvocati Dario Carmine Procentese, Domenico Dello Iacono, Leopoldo Perone e Rocco Maria Spina, e ritenendo ormai attenuate le esigenze di custodia cautelare hanno disposto la liberazione di tutti gli imputati. Tornati dunque a piede libero Vincenzo Caliano “Mniell”, Giuseppe Gambardella, Annunziata Ingenito, Giovanni Ingenito, Antonio Iodice, Emanuele Irollo, Assunta Manzo, Carmine Motti, Giovanni Matteo, Giosuè Napoletano, Carmela Napoletano, Pietro Perez, Gaetano Portanova, Fabio Rivieccio, Emanuele Romano, Maria Sabatelli maria e Alberto Volpe. A tornare effettivamente a piede libero erano state però solo le presunto donne del clan, alcune delle quali nei mesi scorsi avevano già ottenuto un ridimensionamento del titolo cautelare. Gli uomini, invece, essendo già coinvolti in altri procedimenti, sono rimasti ancora materialmente dietro le sbarre. Forte dell’appoggio del clan Contini, gli uomini dei Sibillo non usavano mezze parole per intimidire i gestori dei negozi cui chiedevano il “pizzo”. Li convocavano nel “palazzo della buonanima”, il defunto babyras Emanuele Sibillo, e davanti all’altarino a lui dedicato seminavano il terrore.
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