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04 Febbraio 2024 - 08:00
NAPOLI. Gaetano Manfredi lancia l’appello al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano per la Mostra d’Oltremare. Il ministro della Cultura, però, non ha potuto partecipare alla conferenza “L'Università per la città e le istituzioni, appuntamento in programma ieri pomeriggio alla Mostra d'Oltremare a Napoli. Sangiuliano era atteso da una piccola folla di giornalisti che intendevano chiedergli un commento alle dimissioni del sottosegretario Vittorio Sgarbi e alle accuse rivoltegli ieri dal critico d'arte. L’assenza del ministro, però, non ha impedito a Manfredi di rivolgere il suo appello ad un confronto: «La gran parte della Mostra è vincolata come patrimonio culturale. E quindi è molto importante che ci sia un confronto col Ministero della Cultura perché è necessario che ci sia una partnership tra gli enti soci della Mostra, in primo luogo il Comune che è socio di maggioranza, e Ministero della Cultura per poter trovare le risorse per questo grande piano di restauro e di valorizzazione di cui la Mostra ha bisogno. E che rappresenta una grande opportunità». Per Manfredi, la Mostra d'Oltremare «è una struttura di importanza straordinaria con valenza espositiva ma, col suo grande patrimonio di verde e di grandi monumenti che vi sono all' interno, di sicuro può avere un ruolo di grande spazio per l'intrattenimento, il tempo libero e per creare opportunità di socialità all' interno della città. Ma anche per attrarre eventi che siano in grado di sfruttare grandi spazi e contenitori di grande qualita': ogni volta che si sono svolti eventi di livello, vi è stato un successo straordinario». Nel corso dell’evento in cui si presenta il volume “La Mostra d'Oltremare nella Napoli occidentale. Ricerche storiche e restauro del moderno” a cura di Aldo Aveta, Alessandro Castagnaro, Fabio Mangone, è intervenuto anche il rettore della Federico II Matteo Lorito. «"L' Università può spingere Napoli verso l'innovazione culturale e urbana. Siamo in un posto straordinario che è stato un grande esempio di innovazione urbana, seguito da tanti ingegneri provenienti dalla nostra Università. E oggi questo slancio continua». Entrando nel cuore dell’evento, il numero uno dell’ateneo Federiciano ha aggiunto: «Presentiamo un volume che racconta la storia ma fa anche capire cosa veramente si può fare restaurando il moderno. Che non è solo l' idea di lavorare sui manufatti ma è un concetto generale di recuperare i principi urbanistici, apparentemente antichi, ma in realtà molto attuali. Pensiamo alle famose città immerse nel verde, alle zone cittadine recuperate all' utilizzo della comunità senza l' ingolfamento delle grandi citta».
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