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Mostra d’Oltremare, Manfredi: «Ora piano di valorizzazione»

Mostra d’Oltremare, Manfredi: «Ora piano di valorizzazione»

NAPOLI. Gaetano Manfredi lancia l’appello al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano per la Mostra d’Oltremare. Il ministro della Cultura, però, non ha potuto partecipare alla conferenza “L'Università per la città e le istituzioni, appuntamento in programma ieri pomeriggio alla Mostra d'Oltremare a Napoli. Sangiuliano era atteso da una piccola folla di giornalisti che intendevano chiedergli un commento alle dimissioni del sottosegretario Vittorio Sgarbi e alle accuse rivoltegli ieri dal critico d'arte. L’assenza del ministro, però, non ha impedito a Manfredi di rivolgere il suo appello ad un confronto: «La gran parte della Mostra è vincolata come patrimonio culturale. E quindi è molto importante che ci sia un confronto col Ministero della Cultura perché è necessario che ci sia una partnership tra gli enti soci della Mostra, in primo luogo il Comune che è socio di maggioranza, e Ministero della Cultura per poter trovare le risorse per questo grande piano di restauro e di valorizzazione di cui la Mostra ha bisogno. E che rappresenta una grande opportunità». Per Manfredi, la Mostra d'Oltremare «è una struttura di importanza straordinaria con valenza espositiva ma, col suo grande patrimonio di verde e di grandi monumenti che vi sono all' interno, di sicuro può avere un ruolo di grande spazio per l'intrattenimento, il tempo libero e per creare opportunità di socialità all' interno della città. Ma anche per attrarre eventi che siano in grado di sfruttare grandi spazi e contenitori di grande qualita': ogni volta che si sono svolti eventi di livello, vi è stato un successo straordinario». Nel corso dell’evento in cui si presenta il volume “La Mostra d'Oltremare nella Napoli occidentale. Ricerche storiche e restauro del moderno” a cura di Aldo Aveta, Alessandro Castagnaro, Fabio Mangone, è intervenuto anche il rettore della Federico II Matteo Lorito. «"L' Università può spingere Napoli verso l'innovazione culturale e urbana. Siamo in un posto straordinario che è stato un grande esempio di innovazione urbana, seguito da tanti ingegneri provenienti dalla nostra Università. E oggi questo slancio continua». Entrando nel cuore dell’evento, il numero uno dell’ateneo Federiciano ha aggiunto: «Presentiamo un volume che racconta la storia ma fa anche capire cosa veramente si può fare restaurando il moderno. Che non è solo l' idea di lavorare sui manufatti ma è un concetto generale di recuperare i principi urbanistici, apparentemente antichi, ma in realtà molto attuali. Pensiamo alle famose città immerse nel verde, alle zone cittadine recuperate all' utilizzo della comunità senza l' ingolfamento delle grandi citta».

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