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09 Febbraio 2024 - 09:53
Scacco al gruppo capeggiato da Aniello Prisco, che incassa 11 anni di carcere. Il giudice del rito abbreviato non ha però calcato la mano, il pm aveva chiesto pene più severe per tutti
NAPOLI. Traffico di droga su auto modificate da Marano al basso Lazio, arrivano sei condanne in primo grado. Si è concluso ieri il processo a carico dei presunti narcos imputati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e detenzione ai fini di spaccio aggravate dall’ingente quantità ex articolo 80 del testo unico stupefacenti. Il giudice del Tribunale di Napoli Luca Della Ragione, a seguito di processo abbreviato, ha condannato: Aniello Priesco a 10 anni e 10 mesi di reclusione (il pubblico ministero aveva chiesto anni 18 di reclusione); Ferdinando Prisco a 5 anni di reclusione (richiesta pm 9 anni di reclusione); Pasqual Moio a 7 anni di reclusione, riconoscendo il vincolo della continuazione con una precedente condanna (il pubblico minisyero aveva chiesto 12 anni di reclusione); Gaetano Simeoli a 7 anni e 4 mesi (richiesta pm 12 anni di reclusione); Giovanni Cuomo a 5 anni e 8 mesi (il pm ha chiesto per lui 12 di reclusione); Alfonso Bianco, 2 anni e 4 mesi (il pm aveva chiesto 3 anni e 4 mesi di reclusione); Andrea Lago, 3 anni e 2 mesi (il pm aveva chiesto 5 anni e 2 mesi di reclusione).
Soddisfatto il collegio difensivo, composto dagli avvocati Claudio Davino, Luigi Poziello, Francesca Davino, Antonio Dell’Aquila, Francesco Izzo, Mauro Zollo, Fabrizio Celaj; infatti, se dovessero decidere di non impugnare la sentenza, grazie alla riforma Cartabia beneficerebbero di un ulteriore sconto di un sesto della pena inflitta. Quanto alle accuse, l’organizzazione disarticolata con il blitz di giugno scorso sarebbe stata operativa a Marano di Napoli, in altri comuni limitrofi e con propaggini anche in territori del basso Lazio e avrebbe movimentato la droga mediante l’utilizzo di veicoli appositamente modificati con la predisposizione di vani per l’occultamento dello stupefacente.
La droga sarebbe arrivata in aereo a Fiumicino e, attraverso le auto, arrivata in Campania da dove poi ripartiva per essere smerciata nel basso Lazio e, in particolare, sul litorale di Formia. A finire in arresto erano così stati Aniello Prisco, il figlio Ferdinando Prisco, Pasquale Moio, Giovanni Cuomo, Gaetano Simeoli, Alfonso Bianco e Andrea Lago. Tra gli indagati, in tutto otto, ma non destinatario di misura cautelare c’era anche Mario Mancinelli. La base della holding, sempre secondo l’ipotesi accusatoria, sarebbe stata la concessionaria gestita da Aniello Prisco: proprio in quella sede, infatti, i presunti narcos, tra il 2021 e il 2022, avrebbero organizzato diversi i traffici di stupefacenti. In merito a quest’ultimo aspetto, i riscontri non sono poi mancati.
Durante le indagini, infatti, gli investigatori che hanno condotto l’inchiesta, in occasione di due distinte operazioni, hanno sequestrato un carico di 74 chili di hashish, un secondo da 6,4 chili, un terzo da 19,3 chili e un quarto da oltre 100 chili. Quantitativi allarmanti e soprattutto sufficienti a rifornire decine di basi di spaccio dislocate tra l’hinterland flegreo e il Lazio. Da qui la richiesta complessiva di 70 anni di carcere.
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