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Affondo al clan Sorianiello, invocati 4 secoli di carcere

Affondo al clan Sorianiello, invocati 4 secoli di carcere

Il pm non fa sconti e chiede 27 condanne: i ras della “99” verso la stangata. Il boss Alfredo “’o biondo” rischia 18 anni, il rampollo Simone 26

NAPOLI. Ras e gregari della “99” del rione Traiano verso la stangata. Il processo di primo grado scaturito dalla retata di settembre scorso entra nella fase clou con la requisitoria del pubblico ministero e per i nuovi narcos ed estorsori di via Catone si profila un verdetto a dir poco severo. La pubblica accusa ha infatti invocato 27 condanne per un totale di oltre 400 anni di carcere. A rischiare grosso sono soprattutto i capi e promotori dell’organizzazione, per i quali la Procura ha chiesto pene persino superiori ai 25 anni di reclusione.

Queste nel dettaglio le richieste di pena avanzate ieri mattina dal pm: Emanuele Bevilacqua, 20 anni; Raffaele Caprio, 22 anni; Simone Cimarelli, 16 anni e 4 mesi; Nicola Caruso, 18 anni; Paolo Ciotola, 6 anni; Alberto Cirillo, 14 anni; Gabriele D’Ambrosi, 13 anni; Ciro D’Amico, 13 anni; Francesco De Pasquale, 12 anni; Silvio De Rosa, 15 anni e 4 mesi; Antonio Di Napoli, 13 anni; Carmine Fenderico, 22 anni e 8 mesi; Domenico Fontana, 8 anni; Pasquale Forte, 13 anni; Antony Manuel Lopes Junior, 7 anni; Antonio Marra, 15 anni; Giuseppe Mazzaccaro, 18 anni; Marco Mosella, 13 anni e 6 mesi; Emanuele Pisa, 6 anni; Antonio Ranieri, 30 anni; Angelo Sansò 13 anni e 8 mesi; Paolo Sansò 14 anni e 6 mesi; Alfredo Sorianiello, 18 anni; Simone Sorianiello, 26 anni e 6 mesi; Alfonso Sorrentino, 21 anni e 8 mesi; Salvatore Vivenzio, 16 anni; Gennaro Volpe, 12 anni.

Gli imputati devono a vario titolo rispondere di associazione mafiosa, estorsione, traffico di droga e spaccio, reati tutti aggravanti dalla finalità camorristica. Pur decimato da decine di inchieste giudiziarie il clan Sorianiello era pronto a riprendersi non soltanto tutto il rione Traiano, ma anche gran parte della periferia ovest di Napoli, compresi i quartieri Fuorigrotta a Bagnoli, con buona pace dei rivali gruppi Troncone ed Esposito. Per raggiungere l’obiettivo la cosca di via Catone aveva, a partire dal 2018, messo in piedi una vera e propria struttura paramilitare che poteva contare sulla disponibilità di armi da guerra e organizzato una prolifica piazza di spaccio attiva h24.

La rinascita del clan capeggiato da Alfredo Sorianiello “’o biondo” e dal figlio Simone è però giunta al capolinea a settembre, quando i carabinieri del nucleo Investigativo di Napoli hanno fatto irruzione nel rione dando esecuzione a una maxi-ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 29 indagati (di cui 13 già detenuti, uno deceduto, Giuseppe Gaetano, per cause naturali prima dell’esecuzione delle misure) poiché indiziati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e porto in luogo pubblico di armi da fuoco, tutti aggravati dalle finalità di agevolazione del clan Sorianiello. L’operazione aveva però mancato due dei principali obiettivi dell’inchiesta: alla retata erano infatti riusciti a sottrarsi il rampollo Simone Sorianiello e l’emergente broker della cocaina Simone Bartiromo.

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