Tutte le novità
11 Febbraio 2024 - 09:31
Stanato il broker Kurti, inquirenti alle calcagna del narcos Simone Bartiromo
NAPOLI. È rimasto l’unico latitante dell’inchiesta partita dalle intercettazioni a carico di Bruno Carbone. Simone Bartiromo detto “Jet”, 32enne di via Socrate, secondo gli inquirenti erano uno dei tre capi del gruppo con base a Napoli città, collegato all’altro in stretto contatto con i narcos internazionali di stanza a Dubai. Ma il cerchio potrebbe stringersi presto intorno a lui, com’è successo tra gennaio e inizio febbraio per Antonio Pinto e Kevin Kurti, 26enne albanese ritenuto il trade union con i calabresi.
Entrambi catturati dai carabinieri del Nucleo investigativo di Napoli, autori dell’indagine sul fiume di droga che viaggiava lungo l’asse Amsterdam-Barcellona-Napoli. Simone Bartiromo, intercettato pure con Kevin Kurti, avrebbe agito soprattutto con Roberto Merolla detto “Bomber” e Giovanni Cortese “’o cavallaro”, storico luogotenente del boss Paolo Di Lauro. Il giorno del blitz inutilmente i carabinieri bussarono all’alba a casa sua e da allora ogni ricerca è stata vana.
Ma come la storia della malavita organizzata insegna, è quasi impossibile restare latitanti per sempre: il caso di Renato Cinquegranella dei Quartieri Spagnoli è l’eccezione che conferma la regola. Alla fine delle operazioni del 16 gennaio scorso, mancavano all’appello con la giustizia in tre: Bartiromo, Kevin Kurti e Antonio Pinto. Quest’ultimo, 29enne di Pianura era considerato il custode dello stupefacente con compiti di logistica, compratore di grossi quantitativi per conto terzi, mediatore e organizzatore con Raffaele De Sica del trasporto della sostanza. I militari dell’Arma del nucleo investigativo di Napoli lo aspettavano al terminal arrivi dell’aeroporto di Fiumicino, di ritorno dalle Maldive.
Il tempo di recuperare i bagagli e poi il trasporto immediato nella sua abitazione, dove è stato sottoposto agli arresti domiciliari. Gli investigatori avevano monitorato i suoi spostamenti e scoperto che era in vacanza all’estereo. Così, lo hanno bloccato nello scalo romano dopo aver saputo che stava rientrando. Per il giovane albanese invece le manette sono scattate in patria, nell’abitazione di famiglia in cui si nascondeva temporaneamente. L’indagine ha portato alla luce un giro vorticoso di hashish e cocaina dalla Spagna e dall’Olanda per i clan napoletani, portato avanti con sofisticati sistemi anti intercettazioni.
Ma i carabinieri del comando provinciale di Napoli, coordinati dalla Dda, hanno ribattuto con investigazioni ad alto livello e hanno azzerato i due gruppi che agivano sull’asse Barcellona-Amsterdam-Napoli. Tra gli indagati spiccano nomi noti alle forze dell’ordine come Giovanni Cortese “’o cavallaro” di Secondigliano, storico fedelissimo dei Di Lauro, Carlo Esposito “’o chiatto” di Pianura e Vincenzo Della Monica detto “’o Gabibo” Just”. Mentre tra coloro per i quali non è scattato il provvedimento restrittivo c’è Giuseppe Mazzaccaro, “Peppe della 99”, articolazione territoriale dei Sorianiello. Per tutti gli indagati vale il principio della presunzione d’innocenza fino all’eventuale condanna definitiva.
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo