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12 Febbraio 2024 - 08:48
Emigrazione forzata dal pubblico al privato. Si tratta ancora una volta del Servizio Sanitario. Ad essere colpita è l’Azienda Ospedaliera dei Colli, l’azienda sanitaria pubblica di alta specializzazione, che comprende gli ospedali Monaldi, Cotugno e il Cto, il centro traumatologico ortopedico. Di recente, gli attuali vertici dell’Ospedale dei Colli hanno stilato una bozza di atto aziendale che penalizzerebbe medici e personale sanitario. Il documento, inoltrato alle organizzazioni sindacali, prevede una riduzione di quattordici Unità Operative Semplici Dipartimentali, le Uosd. I dipartimenti passerebbero da trentasette a ventitré unità con maggiori tagli nel settore di cardiochirurgia e cardiologia. L’atto abbraccia il principio della continuità aziendale, la riorganizzazione dei dipartimenti proposta dall’amministrazione rimarrebbe in vigore anche se cambiasse la gestione. La bozza, per concretizzarsi, ha bisogno dell’approvazione della Regione Campania. Si oppongono i consiglieri comunali Nino Simeone, presidente della commissione trasporti e Catello Maresca, presidente del Gruppo Maresca. In una richiesta di intervento stilata in Consiglio Comunale denunciano le «ricadute negative che questo piano potrebbe causare sia sul piano lavorativo che sulla qualità dell’assistenza sanitaria fornita ai pazienti». Infatti, l’Ospedale dei Colli gode di grande prestigio tra i cittadini della Campania. Grazie ai suoi professionisti, il Ministero della Salute ha conferito all’azienda il titolo di “Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale e di Alta Specializzazione”. A Napoli, sono solo tre gli ospedali riconosciuti come tali. L’ospedale definito «un’eccellenza della Sanità pubblica campana e napoletana» ne sarebbe «depauperato se tanti professionisti sanitari decidessero di lasciarlo, poiché tale decisione aziendale declasserebbe medici riconosciuti a livello internazionale e addirittura penalizzerebbe professionisti affermati che ricoprono incarichi di prestigio quali presidenti di comunità scientifiche». «Una mancanza di rispetto nei confronti di medici che hanno contribuito a mettere a disposizione della Sanità pubblica le loro conoscenze acquisite anche all’estero» scrivono Maresca e Simeone in una nota indirizzata al sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi e al presidente della Regione, Vincenzo De Luca. Su di lui, in quanto delegato alla Sanità, le aspettative crescono. La Sanità pubblica aspetta una risposta. «È un dovere morale» interviene Nino Simeone. Già nel dicembre 2023 il sindacato Uil Fpl, unione italiana del lavoro funzione pubblica locale, si era impegnato in una manifestazione dell’aula pubblica dell’ospedale Monaldi. Le rivendicazioni: rinnovo dei contratti pubblici, piano straordinario di assunzioni, maggiori risorse e sblocco agli investimenti. Oggi non è cambiato niente.
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