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12 Febbraio 2024 - 15:32
Con una serie di slide il maresciallo Pasquale Afeltre della squadra Omicidi del nucleo investigativo dei carabinieri ha ricostruito le indagini partite dalla sera del 28 maggio, dopo la denuncia di scomparsa di Giulia Tramontano presentata in caserma a Senago da Alessandro Impagnatiello e la madre, fino al ritrovamento del cadavere di Giulia la notte tra il 31 maggio e il primo giugno. Quella dell'investigatore dell'Arma e' stata la prima deposizione nel processo in cui il 30enne, presente in aula, e' imputato per l'omicidio pluriaggravato della fidanzata incinta di sette mesi la sera del 27 maggio nell'appartamento della coppia di via Novellq a Senago. Dalla notte del 27 maggio quando Impagnatiello ha detto di essere uscito di casa per andare a Milano in viale Certosa 390 a comprare della cocaina mentre Giulia era andata a prendere delle sigaretta. Un civico inesistente - come mostrato da una semplice ricerca su Google Maps - perche' l'ultimo della via e' il 316.
Le telecamere lo hanno immortalano quella notte in strada all'altezza del palazzo al numero 290 dove abita l'amante e che aveva cercato di incontrare. E ancora i messaggi che Impagnatiello ha inviato a Giulia la mattina di domenica 28 maggio, quando l'aveva gia' uccisa con 37 coltellate, con cui avrebbe cercato di far credere di ritenere che l'ex fidanzata fosse ancora viva. Una chat a senso unico perche' Giulia non ha mai potuto rispondere. Le domande della procuratrice aggiunta Mannella e della pm Menegazzo si sono poi concentrate sullo spostamento del corpo. Dall'abitazione, alla cantina, al box nella palazzina di via Novella fino al luogo del ritrovamento, indicato dallo stesso Impagnatiello, in un'intercapedine un garage in via Monte Rosa, a circa mezzo chilometro da casa. Trasferimenti che avrebbe fatto quando gia' i sospetti su di lui erano gia' fortissimi. Il cadavere dalla vasca da bagno, dove Impagnatiello avrebbe cercato di dargli fuoco, sarebbe poi stato trascinato dalla cantina al box il 30 maggio e quella stessa mattina caricato nel bagagliaio della T-Roc prima di essere portato quella notte nell'anfratto.
Impagnatiello, mentre assiste al processo per l'omicidio della sua fidanzata Giulia Tramontano, quando è stata mostrata l'immagine del corpo di Giulia ha cominciato a singhiozzare. Da quel momento l'uomo, blu jeans, giaccone blu e maglia grigia, si tiene la testa tra le mani e non ha più alzato lo sguardo.
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