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13 Febbraio 2024 - 11:39
«Gentili responsabili della Diocesi di Verona, come rappresentanti di un'associazione culturale molto attiva e seguita a Napoli, vi segnaliamo quanto segue. Un sacerdote della Vostra Diocesi ha pubblicato sui social un video che sta (purtroppo) diventando virale. Nel video esprime la sua amarezza per l'uso del napoletano al festival di Sanremo e parla, senza alcun elemento, di interventi della camorra nell'attribuzione dei voti in un sistema che definisce "schifosissimo". Al di là della opportunità, da parte di un sacerdote, di intervenire su questi temi, si evidenzia un comportamento che potrebbe essere oggetto di reati penali: diffamazione per il cantante in oggetto e istigazione all'odio razziale in quanto quelle parole, così cariche di generalizzazioni e luoghi comuni, offendono l'intera popolazione napoletana». Inizia così la lettera inviata dal Movimento Neoborbonico alla Diocesi di Verona attenzionando le dichirazioni "anti-napoletane" espresse da don Ambrogio Mazzai, prete influencer veronese noto su TikTok.
Don Ambrogio in un video, senza mai nominare Geolier, sostiene «questa canzone è stata fatta arrivare in alto comprando voti con una schifosissima mentalità mafiosa e la tv pubblica dovrebbe smettere di proporla solo perché tirano su qualche migliaio di euro». Alle prime critiche per le sue parole, il sacerdote in un altro video ha assicurato di non rifersi "a quel cantante napoletano" e che le osservazioni erano rivolte al meccanismo di voto considerato "diseducativo". «Solo a titolo di cronaca - continuano i neoborbonici - si evidenzia che il cantante in oggetto (Geolier) ha un seguito di diversi milioni di persone in Italia ed in Europa. Potrebbe essere opportuno un Vostro intervento a tutela della Diocesi e dei rapporti di pace e serenità che - sottolineano in chiusura - dovrebbero contraddistinguere le regioni italiane»
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