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15 Febbraio 2024 - 10:36
NAPOLI. Il procuratore generale chiede la stangata-bis nel processo di ppello scaturito dalle indagini del pool anticamorra di Napoli sulle infiltrazioni della camorra negli appalti e nelle forniture di alcuni fra i più importanti ospedali della città. È stata chiesta, infatti, la conferma della sentenza di primo grado per tutti gli imputati. Solo per Alessandro Esposito ha chiesto la concessione delle attenuanti generiche, rimettendosi alla corte per la rideterminazione della pena. Le condanne di primo grado rappresentavano la diretta conseguenza dell’inchiesta dei sostituti procuratori Celeste Carrano, Henry John Woodcock e Francesco Raffaele sugli appalti assegnati in diversi importanti ospedali del capoluogo partenopeo sui quali si sarebbero allungate le mani della camorra. In totale 33 condannati e un solo assolto, Renato Esposito. Tra gli imputati figuravano esponenti di spicco della criminalità organizzata dell’area collinare, come il boss Luigi Cimmino (nella foto), condannato a nove anni e quattro mesi, e anche diversi funzionari dei più importanti ospedali di Napoli come il Cardarelli, l’azienda dei Colli e il Nuovo Policlinico, tutti inseriti nell’elenco delle parti offese. Tra le altre condanne stabilite dal gup Anna Imparato (nel processo celebrato con il rito abbreviato) spiccano quella per Diego Franco Cimmino (figlio dell’ex boss e anch’egli collaboratore di giustizia) che aveva rimediato nove anni e quattro mesi, l’ex reggente Andrea Basile a 18 anni e 4 mesi e l’ex luogotenente Giovanni Caruson che aveva rimediato 14 anni. Condanna anche per il ras di Miano Gaetano Cifrone (sei anni). Tra le altre condanne vi è poi quella per l’ex braccio militare del clan Andrea Teano che aveva rimediato 20 anni e 4 mesi però in continuazione con due sentenze (una di 13 anni ed una di 4 anni già espiata per intero) quindi in pratica aveva rimediato 3 anni e 4 mesi per associazione. Sostanzialmente bene è andata a Salvatore Arena che rischiava 15 anni: ne ha invece rimediati 10 anni e 10 mesi. Tra le altre condanne Ciro Brandi 3 anni e 6 mesi, Giovanni Cirella 6 anni e 8 mesi, Cosimo Fioretto 5 anni e 6 mesi.
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