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Finta rapina per salvare la madre

Finta rapina per salvare la madre

NAPOLI. Una storia di violenza ma anche d’amore. Protagonista un 23enne incensurato napoletano di Fuorigrotta che per coprire la madre, si è inventato una favola ambientata nel mondo della microcriminalità: una presunta rapina subita cui avrebbe reagito e vendetta successivo dell’ipotetico malvivente con una coltellata alle spalle. Unica cosa vera era proprio la ferita, medicata all’ospedale San Paolo. Ma la commedia è durata 48 ore: esaminate le immagini della videosorveglianza di via Cavalleggeri d’Aosta e acquisite in zona una serie di testimonianze, i carabinieri hanno messo sotto pressione il giovane fino alla confessione: è tutto falso, ora vi racconto cosa è successo. Era stata la madre, esasperata al culmine di un litigio, a colpirlo. Ora anche lei rischia un’incriminazione per lesioni. Accoltellato e rapinato in strada, sembrava credibile il bravo ragazzo mentre ripeteva ai carabinieri un racconto evidentemente ben preparato. Una, due volte, ma era tutto inventato. Il 23enne di Cavalleggeri d’Aosta sapeva, o quantomeno immaginava, che riferendo la verità avrebbe messo nei guai la madre e non voleva. Si sentiva probabilmente in colpa per averla fatta arrabbiare . Così ha avuto la geniale idea della finta rapina per coprire la madre che lo aveva pugnalato. Il 23enne è apparso inizialmente molto sicuro, e per certi versi convincente, al cospetto degli uomini in divisa. Aveva raccontato ai carabinieri di essere stato vittima di una violenta aggressione, spiegando con dovizia di particolari la dinamica del presunto evento: qualcuno lo aveva afferrato alle spalle e colpito con un coltello. Tutto in strada, in un’affollata mattinata domenicale in via Cavalleggeri d’Aosta e per pochi spiccioli. Dell’inesistente aggressore aveva fornito pure una descrizione precisa. Ma tra gli investigatori è cominciato a serpeggiare qualche dubbio. Grazie a diverse telecamere piazzate in un’ottima posizione rispetto al luogo della tentata rapina indicato dal giovane, i carabinieri hanno analizzato ore di immagini senza riscontare nulla di particolare. Inoltre, non si sono limitati a questo: nell’orario indicato, molte attività commerciali erano aperte e, dai racconti degli esercenti nessuno sembrava aver assistito a vicende particolari e meno che mai a una rapina. Così, i carabinieri hanno convocato la vittima per qualche spiegazione e per fare chiarezza sull' accaduto, visto che che più di qualcosa non quadrava nella versione riferita dalla vittima. Il racconto è stato ripetuto più volte e ogni volta un dettaglio sfuggiva. Alla fine, il 23enne di Fuorigrotta, sicuramente a disagio nella scomoda posizione in cui si trovava, si è arreso. Ha confessato che non era stato un nordafricano ad aggredirlo e che la rapina non era mai avvenuta: quella mattina aveva litigato con la madre, per futili motivi. Durante la discussione, la donna lo avrebbe colpito con un coltello al braccio e il giovane, per non metterla nei pasticci, avrebbe inventato l'intera storia. È stato denunciato a piede libero per simulazione di reato.

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