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15 Febbraio 2024 - 15:47
"La bomba fatta esplodere due anni fa davanti alla mia parrocchia, fu per me motivo di tristezza immensa. Sono un prete, solo un povero prete di periferia. Non ho mai toccato una pistola. Le mie armi sono il Vangelo e la preghiera. Non posseggo niente. Di che avevano paura queste persone che hanno scelto la via del male? In che cosa avrei potuto danneggiarli?". Lo scrive su Facebook don Maurizio Patriciello, parroco della chiesa di San Paolo Apostolo nel Parco Verde di Caivano (Napoli), commentando la notizia degli 11 arresti nell'ambito di un'inchiesta coordinata dalla Dda di Napoli, dalla quale sono emersi particolari circa l'esplosione di un ordiglio davanti alla sua chiesa nel 2022. "I camorristi - scrive don Patriciello - hanno bisogno del silenzio omertoso dei cittadini più del pane. Odiano la libertà, tiranneggiano il nostro popolo, lo vogliono condannare a morte. Ma non rinunciano all’ebbrezza di essere ipocritamente osannati e riveriti. Non vogliono bene a nessuno, nemmeno si loro stessi figli, ai quali aprono le porte del carcere o del camposanto. Dopo l’immenso dono della vita, Dio ha fatto agli uomini il dono della libertà. E loro, questi fratelli scellerati, ce la vogliono strappare". Don Patriciello ribadisce che "questi scempi vanno denunciati ad alta voce. L’ho fatto. A loro non piace e arrivano le minacce. Complimenti ai nostri carabinieri per la bella operazione, complimenti ai magistrati. Resta l’amaro in bocca, però. Queste creature che hanno scelto di angariare la gente e distruggere se stessi sono nostri fratelli. Saperli rinchiusi in carcere mi addolora. Per loro prego perché possano ritornare sulla retta via, mangiare il pane con il sudore della propria fronte e guardare negli occhi i figli senza doversi vergognare. Mi avete costretto, fratelli camorristi, a vivere sotto scorta. Mi pesa. Non lo avrei mai pensato. Fa niente, vi perdono, vi abbraccio. Vi chiedo però di cambiare vita. Per il nostro bene, per il vostro bene, per il bene dei vostri figli. Vi benedico", conclude il parroco di Caivano.
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