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16 Febbraio 2024 - 09:08
Si chiude il cerchio dei rei confessi. Ora rischia l’ergastolo solo Antonio Annunziata che si dichiara innocente
ACERRA. Processo per l’omicidio di Pasquale Tortora: si è allungato l’elenco dei rei confessi. Ieri mattina, dinanzi ai giudici della prima sezione penale della Corte di Assise di Napoli Presidente Annunziata) con un colpo quasi a sorpresa (ma facilmente prevedibile) l’imputato Vincenzo Bastelli, meglio noto con il soprannome di “Enzuccio ’o Pasticciere”, ha reso dichiarazioni spontanee, ammettendo le sue responsabilità in merito all’assassinio di “Pasquale ’o stagnar”. Andrea Aloia, alias “O Cinese”, cognato del collaboratore di giustizia Bruno Avventurato, è stato arrestato qualche mese fa dai carabinieri di Castello di Cisterna a Somma Vesuviana, mentre insieme ad alcuni amici stava festeggiando la nascita del suo primogenito.
In ogni modo, va sottolineato che, senza perdere tempo, al primo interrogatorio di garanzia (dove risponde solo di associazione a delinquere di stampo camorristico), ha recitato il “meaculpa”, assumendosi le sue responsabilità per l’omicidio di Pasquale Tortora. Non poteva fare altrimenti, visto che ad accusarlo ci sono almeno 5 collaboratori di giustizia (Alessio Galdiero che è stato il primo a pentirsiGiancarlo Avventurato, Cosimo Nicolì, Bruno Avventurato e Gennaro Pacilio).
L’ammissione di colpa di Aloia, è stata una mossa processuale per evitare l’ergastolo certo, tenuto conto della pesantezza delle accuse. In ogni modo si torna in aula il prossimo 12 marzo. La sentenza è attesa per il giorno di San Giuseppe, ovvero il 19 marzo. Ora l’unico a rischiare l’ergastolo è Antonio Annunziata, il quale non solo non ha ammesso alcuna responsabilità, ma si è sempre dichiarato innocente, nonostante le accuse di Cosimo Nicolì alias “Cosimino”, il capoclan a cui faceva riferimento, che per un certo tempo, per accrescere la sua autorevolezza, si era spacciato per il nipote di Michele Senese (alias Michele ’o pazzo), colonnello dei Moccia in terra romana.
Alla luce di questa novità processuale, il cerchio può essere considerato chiuso e la presunzione d’innocenza vale solo per Antonio Annunziata, che ha comunque avuto un ruolo marginale nell’omicidio di Pasquale Tortora, voluto fortemente dai fratelli Avventurato (Giancarlo e Bruno), i quali volevano (a loro dire) vendicare la morte del fratello Giuseppe, ucciso vicino alla sua abitazione sei mesi prima da un sicario solitario che, ad oggi (nonostante i tanti collaboratori di giustizia), non ha né un nome né un volto, anche se in qualche ordinanza cautelare si è parlato di un uomo dall’aspetto di “nomade, ben noto negli ambienti del malaffare acerrano”.
Prima della sentenza attesa per il 19 marzo, dunque, Aloia, gli Avventurato e compagni, torneranno in aula il prossimo 19 febbraio, dove Andrea Aloia, Bruno Avventurato e Gennaro Pacilio, dovrebbero (il condizionale è d’obbligo) fare dichiarazioni spontanee, forse auto-accusatorie, riconfermando ogni loro responsabilità, anche nel merito del cartello criminale nato sulle ceneri del vecchio sodalizio degli Avventurato, definitivamente sconquassato dal pentimento ad orologeria di capi e gregari
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