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16 Febbraio 2024 - 13:17
"Oggi noi stiamo qui a parlare di bellezza, di grande storia, del nostro grande passato, della nostra grande identità. E parliamo di questo". Così il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha risposto ai cronisti che, a margine della presentazione della nuova mostra allestita al Mann, hanno chiesto un commento rispetto alla manifestazione, in corso a Roma, promossa dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, contro l'autonomia differenziata.
"Ho la convinzione che la cultura migliora la qualità della vita dei cittadini. Noi misuriamo la qualità della vita da una sanità efficiente che consente ai cittadini di curarsi, e questo purtroppo in Campania non avviene, da un sistema di trasporti efficiente e questo non avviene, provate a prendere la Circumvesuviana, e dalla scuola, dall'università, dove invece abbiamo eccellenze che sono punto di avanguardia in tutta la cultura occidentale. Poi è data dalla cultura. Oggi i cittadini non si accontentano più ma vogliono anche una vita spirituale che si realizzi attorno alla cultura". ha detto Sangiuliano. "La cultura è antidoto a violenza, laddove c'è cultura i giovani possono nascere con valori sani e orientare la loro vita a qualcosa di costruttivo. Questa mostra aumenta l'offerta culturale", ha aggiunto.
"Napoli è una delle grandi capitali del Mediterraneo, ha visto il sovrapporsi di tante civiltà. Guardo a ciò come grande potenziale di sviluppo socio-economico di questa città e regione, è il nostro petrolio, la nostra miniera. Il governo che io rappresento è consapevole che la potenzialità dell'area campana e del Mezzogiorno è sulla cultura, e per questo stiamo facendo tante cose. Non facciamo gli annunci, ma il consuntivo di cosa abbiamo già fatto" ha precisato il ministro. "Negli anni '60 e '70 - ha aggiunto Sangiuliano - Napoli era la terza città industriale d'Italia, aveva l'Italsider, la Cirio, l'aerospazio, l'industria militare. Tutto questo mondo industriale non esiste più in questa dimensione, ci sono tanti imprenditori bravi che fanno cose importanti ma ricostruire quell'industria è impossibile. Dobbiamo inventarci altre cose e la nostra potenzialità è nello sviluppo socio-economico che possiamo costruire intorno alla cultura negli anni a venire. Per effetto della parte buona della globalizzazione tante persone viaggeranno, vorranno conoscere il mondo, e queste persone non sono più i turisti stanziali degil anni '70, ma persone che vogliono conoscere la storia, i luoghi della storia. Dobbiamo predisporci a rispondere a questa domanda".
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