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20 Febbraio 2024 - 17:09
«Difficile pensare Capodimonte senza Alessandra. In tuta bianca da restauratrice, si muoveva nelle sale del Museo e del laboratorio di restauro con la professionalità e la grazia che l'hanno sempre contraddistinta. Sapeva guardare le opere d'arte con profondo rispetto e una rara sensibilità, che le facevano trovare immediatamente la linea giusta per definire l'intervento di restauro. Ha lavorato anche tanto per l'Ufficio mostre, per cui ha messo a punto una scheda di accompagnamento delle opere in viaggio, il condition report, divenuta poi il punto di riferimento per tanti musei e soprintendenze». Così in una nota il direttore Eike Schmidt, con tutto lo staff del Museo e Real Bosco di Capodimonte, si stringe alla famiglia e ai suoi cari condividendo il dolore per la scomparsa di Alessandra Golia, restauratrice del Museo per 40 anni.
«Con pazienza e rigore - continua Schmidt - ha raccolto e classificato tutte le schede, di modo che possano costituire una fonte preziosa per conoscere lo stato di conservazione del patrimonio artistico. Moltissimi i suoi interventi di restauro, dalle sculture esposte alla cappella Palatina, al portale di palazzo Petrucci, alle opere dei Girolamini, alle opere di Capodimonte in particolare del Seicento napoletano: Recco, Giordano, Guarino».
L'ultimo restauro di Golia è legato alla Sant'Agata di Francesco Guarino, «un'opera bellissima da cui è riuscita a far riemergere con enorme sapienza, la preziosità dei panneggi cangianti e lo sguardo profondo della santa». «Il senso della cura che aveva per le opere le riusciva così naturale perché - ancora il direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte - innato era in lei il sentimento della cura per le persone, fatto di rispetto, di affetto e di profonda lealtà. Era una fortuna godere della sua amicizia, e per noi che abbiamo trascorso tanta parte della nostra vita insieme a lei, è una perdita terribile».
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