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22 Febbraio 2024 - 09:26
«Sono felice. Per me e i miei amici. Luca sta bene anche se ha fatto ulteriori controlli perché l’impatto per lui è stato più pesante». Giulio Delle Donne, presidente della commissione consiliare Cultura e Turismo della quinta Municipalità, di ritorno dall’Università («ho preferito scendere, avevo un appuntamento») racconta la brutta avventura, per fortuna senza gravi conseguenze, che lo ha visto coinvolto assieme all’amico Luca Casolla, con l’auto, una Hyundai IX 35, finita nella voragine di via Morghen. «È stato un istante - racconta -. Abbiamo svoltato la curva di via Bonito su via Morghen e sentito la terra venire meno sotto di noi. Fortunatamente il veicolo parcheggiato sul marciapiede è precipitato prima attutendo la caduta della nostra vettura. Siamo stati molto fortunati». Nel video circolato sui social si sente Luca Casolla chiamarlo più volte: «Da un lato ho pensato che era mio interesse uscire subito ma dall’altro, ragionando lucidamente, ho valutato che sarebbe stato meglio non muoversi troppo. Alla fine ho sentito le voci provenire dall’esterno e sono uscito grazie anche a due militari dell’operazione Strade sicure, che sono intervenuti rapidamente, e ai nostri amici che erano sul motorino. Appena fuori mi sono steso sul marciapiede per stemperare la tensione e assaporare la sensazione di libertà. E ho pensato a cosa dire a mia madre che era molto preoccupata». Da consigliere municipale, Giulio Delle Donne è chiaro: «Occorre uno screening dei sottoservizi, perché temo che spesso si amministri inseguendo l’emergenza senza avere una visione programmatica». Luca, dal canto proprio, è ancora scosso: «Sto cercando di capire ancora cosa sia accaduto, ho avuto una forte emicrania e ho deciso di fare alcuni accertamenti e riposare. Ricordo solo che io e Giulio stavamo parlando e in un battito di ciglia e ci siamo trovati giù nella voragine Ho avuto la lucidità di trovare una soluzione per aprire la portiera dal lato della guida, che si era bloccata, e uscire anche perché temevo che l’auto potesse esplodere. Ho cominciato a chiamare Giulio, avevo paura che fosse successo qualcosa. Poi, per fortuna, l’ho visto venire fuori».
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