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Tragedia Stellantis, cinque indagati per la morte di Domenico Fatigati

Tragedia Stellantis, cinque indagati per la morte di Domenico Fatigati

Cinque persone sono state iscritte nel registro degli indagati dalla Procura di Avellino nelle indagini per la morte di Domenico Fatigati (nella foto), il 52enne operaio di Acerra, rimasto schiacciato giovedì mattina poco prima delle otto, all’interno dello stabilimento Stellantis di Pratola Serra dal macchinario al quale stava effettuando lavori di manutenzione.La conferma arriva dal procuratore capo di Avellino, Domenico Airoma. Si tratta di persone che «svolgono compiti di rilevante responsabilità all’interno dello stabilimento e nella ditta presso cui l’operaio lavorava». Il pubblico ministero Luigi Iglio, nelle ore immediatamente successive alla tragedia, aveva disposto il sequestro del macchinario e dell’area della fabbrica in cui è avvenuto il mortale incidente. Intanto ad Acerra si è aperto con un minuto di silenzio, in segno di cordoglio per la morte di Domenico Fatigati, la seduta del consiglio comunale di ieri. Un atto dovuto verso un onesto e laborioso lavoratore acerrano, ben voluto e stimato da quanti lo conoscevano, deceduto nello stabilimento Stellantis. Nella giornata della tragedia, il sindaco Tito D’Errico, con un breve comunicato stampa aveva detto: «In un questo tragico momento, esprimo la mia personale vicinanza a nome dell’amministrazione comunale e di tutta la città di Acerra ai familiari di Domenico, un nostro concittadino morto mentre lavorava». «Sono certo - ha aggiunto il sindaco - che le autorità preposte faranno piena chiarezza su questa dolorosa vicenda, che colpisce direttamente la nostra comunità. Il tema della sicurezza sul lavoro non è più rinviabile: che le norme siano scrupolosamente rispettate con rigorosi controlli». Al Consiglio comunale hanno assistito anche alcuni agricoltori riuniti sotto la sigla “Agricoltori Liberi della provincia di Napol”‘, che hanno sottoposto all’Assemblea cittadina un documento (approvato all’unanimità) contenente le motivazioni che hanno portato alle manifestazioni dei giorni scorsi. Ha sottolineato il sindaco Tito d’Errico: «Le istituzioni sono al loro fianco perché sono giuste le rivendicazioni. L’agricoltura acerrana, in proposito, svolge un ruolo di primaria importanza per lo sviluppo economico del nostro territorio, con la crescita del settore agricolo che conferma le enormi potenzialità del settore e dei nostri imprenditori, soprattutto i giovani». Intanto la salma di Mimmo Fatigati, che lascia una moglie e tre figli, è stata portata all’obitorio per il necessario esame autoptico. Non è da escludere che i funerali potranno essere celebrati tra domani e lunedì ovvero quando il pm titolare dell’indagine, darà il proprio assenso. Di certo il medico legale incaricato dovrà chiarire le cause della morte, mentre i carabinieri dovranno comprendere cos’è successo realmente, ma soprattutto il perché i sistemi di protezione non hanno funzionato per impedire che si consumasse la tragedia. Fatigati è ricordato come un uomo solare. Per lui esisteva solo lavoro e famiglia. Quando non lavorava per la società incaricata della manutenzione all’impianto di Pratola Serra, aiutava la moglie e la cognata nella conduzione di un accorsato negozio di ortofrutta, una vera e propria boutique, ubicato da alcuni anni nel quartiere “Pozzillo”, una zona residenziale della città. Tornando alle indagini Mimmo era giunto sul posto di lavoro alle 6. La tragedia si è invece consumata intorno alle 7.40. Prima di giungere nel reparto basamento motori, dove ha trovato l’orrenda morte, l’uomo era impegnato nella manutenzione di un macchinario, che troppo spesso presenta anomalie,insieme ad altri due addetti interni alla Fca.Proprio mentre tentava di sbloccarlo, per cause del tutto sconosciute, il macchinario è improvvisamente ripartito e si è consumata la tragedia. Secondo alcuni sindacalisti, «l’operaio non doveva essere lì da solo. Se succede un imprevisto o un’emergenza i protocolli di sicurezza prevedono che si sia almeno in due a fare quel tipo di lavoro». Appare chiaro che è mancata la prevenzione, ma questo lo dovranno accertare gli investigatori.

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