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Treno del ricordo: «Napoli fu città d'accoglienza»

Treno del ricordo: «Napoli fu città d'accoglienza»

Napoli ricorda le vittime delle foibe i profughi dell’esodo giuliano-dalmata. E lo fa celebrandole con l’arrivo del Treno del Ricordo nella stazione centrale di Napoli. Trecento persone omaggiano chi perse la vita e chi fu costretto ad abbandonare la propria terra. E arrivò anche nel campano nel 1947. Ci sono il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano e il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. Ma non c’è il governatore Vincenzo De Luca, dopo le recenti tensioni con il Governo: a rappresentare la Regione è l’assessore Felice Casucci. Tra la folla le delegazioni del primo Circolo didattico Ischia, vincitore del concorso nazionale dedicato all’esodo giuliano-dalmata, e del liceo Matilde Serao di Pomigliano d’Arco premiati per il ricordo della Shoah.

L’INTERVENTO DI SANGIULIANO. Il titolare del dicastero della Cultura parla di «bellissimo progetto che sta unendo l’Italia nel nome del ricordo, con il ringraziamento che va alla Struttura di missione Anniversari nazionali guidata dal ministro Andrea Abodi, alle Ferrovie dello Stato e alla Fondazione FS, che restituisce finalmente la dovuta visibilità alla tragedia delle foibe che, per decenni, è stata una pagina di storia strappata, un buco nero nella memoria, un crimine comunista circondato da ambiguità e omissioni, che solo negli ultimi tempi è stato faticosamente colmato». Sangiuliano rende il giusto tributo alla città di Napoli che, ricorda, «fu protagonista di un’esperienza di accoglienza diversa da quelle pagine vergognose che ci umiliano. Mentre a Bologna, ad esempio, contestatori ideologizzati del Partito comunista impedirono, addirittura versando sulle rotaie il latte destinato ai bambini, agli esuli di rifocillarsi, a Napoli, proprio nei giardini del Parco di Capodimonte, i nostri fratelli provenienti da Istria, Fiume e Dalmazia furono accolti con umanità». Per questo, aggiunge, «ccogliamo di nuovo a Napoli un treno che porta con sé la memoria delle sofferenze e delle umiliazioni patite dagli italiani giuliano-dalmati a causa della violenza comunista titina. Napoli seppe accogliere e oggi, come ieri, sa ricordare i nostri fratelli d’Istria, Fiume e Dalmazia. Italiani due volte: una per Nascita e una per scelta». L’esponente del Governo annuncia che «la riconciliazione avrà presto un luogo a Roma che racconterà questa tragedia nazionale, fatta di storie, personaggi, vicende collettive e individuali. Il disegno di legge per l’istituzione di un grande Museo nazionale del Ricordo, vicino piazza del Popolo, che vede come primo firmatario il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, infatti è già stato approvato e contiamo di aprirlo al pubblico in pochi anni. È un atto di giustizia che è stata troppo a lungo atteso». Poi, su Facebook, un riferimento chiaramente indirizlunedì 26 febbraio 2024 www.ilroma.net quotidiano.roma Napoli cronaca 5 zato a De Luca: «Quanto ad alcune vistose assenze, c’è da chiedersi se siano frutto di una pochezza intellettuale e scarsa conoscenza della storia oppure se affondino le radici in un post-stalinismo di maniera che ancora non riconosce agli esuli il diritto di essere italiani. Ma l’importante era la presenza di tante persone, donne e uomini, soprattutto giovani».

LE PAROLE DEL SINDACO DI NAPOLI. Dal canto proprio, Manfredi, prima di visitare i vagoni con Sangiuliano e le altre istituzioni presenti, evidenzia che «Napoli è stata e sempre sarà una città dell’accoglienza, ha sempre accolto le diaspore da tutte le parti del mondo e lo fece anche in occasione dell'arrivo dei profughi dalla Dalmazia e dall’Istria. L’esperienza del campo profughi a Capodimonte e l’integrazione di queste famiglie nella comunità napoletana testimoniano del sentimento di inclusione che caratterizza la nostra città. E ora stiamo lavorando per dare un luogo permanente al ricordo di questo dramma». E se Casucci spiega che «questa storia omessa è stata finalmente rivelata». Presenti, tra gli altri, diversi esponenti politici. «È fondamentale soprattutto per le giovani generazioni ripercorrere quelle tappe dolorose, migliaia di persone furono vigliaccamente uccisi dai comunisti titini solo perché italiane» dicono in una nota congiunta il coordinatore cittadino di Napoli di Fratelli d’Italia Marco Nonno, il vice Luigi Rispoli e il consigliere comunale Giorgio Longobardi. «Alla presenza del ministro Sangiuliano ancora una volta i napoletani si sono dimostrati molto sensibili e responsabili. Segnaliamo l’assenza istituzionale del presidente De Luca e del suo vice. Il ricordo delle foibe deve essere un momento di grande riflessione e coscienza per tutti» sottolineano. Presenti anche il parlamentare Michele Schiano di Visconti e Luciano Schifone, consigliere del ministro della Cultura. Amedeo Laboccetta, ex parlamentare del Pdl e presidente dell’associazione Polo Sud, è chiaro: «Faccio i miei complimenti al ministro Sangiuliano che ha tenuto una vera e propria lectio magistralis. Non posso dire altrettanto di De Luca che ha preferito darsi alla mezza maratona». Chiude Diego Lazzarich, dell’associazione nazionale “Venezia, Giulia e Dalmazia”: «Questo treno che settat’anni fa portò i profughi in città adesso porta la storia».

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