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Omicidio agli chalet, via al processo al killer Valda e i suoi fiancheggiatori

Omicidio agli chalet, via al processo al killer Valda e i suoi fiancheggiatori

«Chiediamo giustizia per nostro figlio, non vendetta». Lo ha detto Antonio Maimone, padre di Francesco Pio Maimone, l’aspirante pizzaiolo 18enne assassinato senza motivo, a marzo scorso, sul lungomare di Napoli, mentre era con gli amici. Il padre di Francesco Pio ha preso parte, insieme con il suo avvocato Sergio Pisani, alla prima udienza, nell’aula 115 del Nuovo Palazzo di Giustizia, del processo davanti alla Corte d’assise che vede imputati Francesco Pio Valda, il 20enne ritenuto legato ad ambienti camorristici di Barra accusato dell’omicidio e un gruppo di parenti (tra cui la sorella e la nonna) e di amici che l’avrebbero aiutato a sottrarsi alle sue responsabilità. «Per noi questo è un giorno di grande dolore - dice ancora Antonio Maimone - dal giorno della tragedia per noi c’è pace. Siamo distrutti e addolorati ma ci affidiamo alla giustizia». «Condivido la direzione intrapresa finora, che punta a punire chi si rende autore di determinati delitti senza la possibilità di avvalersi di riti alternativi». Lo ha detto l’avvocato Sergio Pisani al termine della prima udienza del processo sull’omicidio di Francesco Pio Maimone, l’aspirante pizzaiolo 18enne assassinato senza motivo, la notte tra il 19 e il 20 marzo scorsi, sul lungomare di Napoli, mentre era con alcuni amici. Ieri davanti alla Prima sezione della Corte d’assise di Napoli (presidente Annunziata) si sono costituiti parte civile il Comune di Napoli, la fondazione Polis e la famiglia del giovane assassinato. Il collegio difensivo dei sette imputati (per l’ottavo si sta procedendo con il rito abbreviato) ha sollevato una eccezione preliminare riguardante la mancata risposta da parte dell’autorità giudiziaria relativamente alle richieste di un processo con il rito alternativo. «Ho apprezzato molto - ha detto ancora Pisani - le parole pronunciate dal pubblico ministero in udienza, che ha volto sottolineare l’assoluta estraneità delle vittima dai fatti che vengono contestati agli imputati e dall’ambiente in cui sonio maturati». Secondo la Squadra Mobile e la Procura di Napoli, la notte del 20 marzo 2023, a sparare, più volte fu Francesco Pio Valda, 20 anni, per futili motivi, una lite tra gruppi di giovani ritenuti vicini alla camorra scoppiata solo per un pestone su un paio di scarpe griffate. Tra gli imputati ci sono stretti familiari di Valda, tra cui la sorella e la nonna, e amici. Intanto su TikTok sta girando un video che ritrae la sorella di Francesco Pio Valda, attualmente ai arresti domiciliari. «Una palese sfida allo Stato, una provocazione per la famiglia della vittima e la coscienza che torneranno liberi e potranno continuare a delinquere». Così il deputato Francesco Emilio Borrelli. «Giuseppina, che è ai domiciliari - dice Borrelli - c’era in udienza e indossava gli stessi abiti che si possono notare nei video con cui inneggiano al rispetto per la camorra. Sono disgustato far crescere i figli nelle famiglie criminali ha creato dei mostri. Per fermare questa deriva bisogna evitare che le famiglie dei clan possano crescere senza controllo i propri figli».

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