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01 Marzo 2024 - 09:23
NAPOLI. Aperta e chiusa nella stessa giornata di ieri. Il Vomero però mosra, con la nuova voragine in via Kerbaker, tutta la sua fragilità e la sua pericolosità. Ieri mattina l’allarme è scattato in via Kerbaker a poche decine di metri dalla centralissima e trafficatissima piazza Vanvitelli e ad altrettanti pochi metri da via Morghen dove una voragine, il 21 febbraio scorso, ha inghiottito due auto e lasciato senza casa circa settanta persone, dove si è aperta una voragine. Sul posto i tecnici dell'Abc e gli agenti della Polizia Locale che hanno chiuso al traffico la strada dopo aver posizionato le transenne che hanno poi consentito agli operai e ai tecnici del Comune di provvedere al ripristino e richiudere la buca. Via Kerbaker era stata riasfaltata ad agosto dall'E-Distribuzione. Il consigliere della municipalità Ivan Venanzoni a Fanpage.it ha accontato che «la buca si è aperta attorno alle ore 8,30. Un'automobile che era parcheggiata sulle strisce blu, ci è finita dentro con una ruota. Qui, dopo la voragine di via Morghen, ad ogni avvallamento scatta il panico.
È stata subito allertata l'Abc che ha confermato che non si tratterebbe di uno sprofondamento legato a perdite dalle condotte idriche o fognarie». Le indagini dei tecnici, quindi, stanno cercando di verificare se il crollo possa avere altre origini. «Le tante voragini che si stanno aprendo nelle strade del Vomero, l’ultima ieri mattina in via Kerbaker, seppure di modeste dimensioni rispetto a quella di via Morghen, rendono necessaria una seria riflessione sulle iniziate da attuare per prevenire questi eventi, anche per evitare tragedie, con possibile perdita di vite umane ha ricordato Gennaro Capodanno presidente del comitato Valori collinari La strada da seguire è semplice. Si tratta, in immediato, di effettuare il monitoraggio di tutte le strade del quartiere collinare attraverso il georadar, una tecnica rapida e non invasiva che, nel sottoporre a una sorta di radiografia il sottosuolo, individua, tra l'altro, eventuali rotture dello scheletro, costituito dalle condotte idriche e fognarie presenti.
Una tecnica già adottata altrove con ottimi risultati, peraltro con costi contenuti. Un altro aspetto da considerazione, a medio e a lungo termine, è la necessità di procedere, sempre in relazione al suddetto scheletro, a un monitoraggio continuo delle condotte idriche, con l'utilizzo di moderne tecnologie che consentano il controllo da remoto della rete, in modo da poter intervenire tempestivamente, nel caso che si manifestino delle perdite. Ci auguriamo che, alla luce degli ultimi eventi, si voglia procedere nella direzione indicata, evitando così che il Vomero, il cui sottosuolo di recente sta manifestando notevole fragilità, possa continuare a essere additato come "quartiere groviera» ha concluso Capodanno.
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