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01 Marzo 2024 - 09:32
Raid in via Catone, nel mirino l’abitazione in cui vive Domenico D’Alterio
NAPOLI. Il ruggito del motore di uno scooter, un attimo di silenzio e poi un rumore fragoroso. Così, nella tarda serata dell’altro ieri, la tranquillità di un agglomerato urbano del rione Traiano è stata interrotta da sei colpi d’arma da fuoco che potevano provocare una tragedia. Nel mirino di un pistolero, spalleggiato presumibilmente da un complice, c’era un appartamento di via Catone ben preciso, almeno a giudicare dalla traiettoria dei proiettili esplosi. Per gli investigatori della polizia, impegnati a risolvere il caso, nel mirino sarebbe finito un 58enne della zona già noto alle forze dell’ordine ma senza legami con la malavita: Domenico D’Alterio, in quel momento in casa con la moglie e la figlia. Per risalire al movente, a meno che gli autori del raid non abbiano completamente sbagliato bersaglio, servirà un po’ di tempo. Per ora, anche se la Dda è informata, il grave episodio non sembra collegabile a guerre di camorra o a ipotesi di “sgarri” in quell’ambiente. Le stese a Napoli non sono una novità e ormai non turbano più di tanto l’opinione pubblica.
Ma per le persone che abitano dei dintorni è sempre uno choc, tanto più che il rumore degli spari inizialmente fa pensare inevitabilmente a un omicidio. Nel caso di mercoledì sera l’obiettivo dei malviventi non era uccidere, ma spaventare. Però all’esecutore materiale dell’intimidazione deve essere scappata la mano: quattro proiettili infatti hanno bucato la persiana della camera da letto dell’abitazione al primo piano e un’ogiva è stato trovata all’interno, a dimostrazione che se qualcuno si fosse trovato nella stanza avrebbe rischiato grosso. Sul manto stradale la “scientifica” ha poi repertato cinque bossoli 9x21, calibro usato in genere in vicende di stampo camorristico. Erano le 23 quand’è scattato l’allarme in via Catone, strada ritenuta sotto l’influenza del gruppo Sorianiello: circostanza che però nulla c’entrerebbe con l’episodio, almeno secondo i primi accertamenti. Sul posto sono accorsi i poliziotti del commissariato San Paolo e i colleghi della Squadra mobile della questura, che lavoreranno insieme per dare un volto ai pistoleri entrati in azione in via Catone. Domenico D’Alterio, la moglie e la figlia sono stati subito sentiti dagli investigatori, ma non sono emersi particolari utili alle indagini. Le donne erano in cucina, ma non hanno visto nessuno affacciandosi a un balcone dopo che erano finiti i colpi esplosi in rapida successione e la situazione era tornata tranquilla.
L’uomo ha dichiarato di non avere idea su chi potesse eventualmente avercela con lui e di non aver litigato con nessuno. Ad aumentare le difficoltà dell’investigazione c’è l’assenza di impianti di videosorveglianze e di telecamere private in zona. Sottolineando che Domenico D’Alterio non è legato a nessun clan, nel Rione Traiano da alcuni mesi è in corso un periodo di tregua con assenza di agguati e sparatorie. Stessa situazione anche a Soccavo mentre a Fuorigrotta, pur se in forte diminuzione, si registrerebbero ancora segnali di fibrillazione.
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