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07 Marzo 2024 - 08:24
NAPOLI. Raffica di estorsioni per controllare il centro storico di Napoli e rilanciare le ambizioni criminali del clan Mazzarella, i nuovi ras e affiliati della temibile cosca tornano alla sbarra per la conclusione del processo di primo grado e, nonostante la scelta del rito abbreviato, rimediato ventidue condanne, per un ammontare di oltre due secoli di reclusione. La pena più severa è stata quella inflitta al boss Maurizio Ferraiuolo, alias “Mortadella”, inquadrato come il dominus del gruppo della Maddalena, che rimediato venti anni di carcere. Questo nel dettaglio il verdetto pronunciato ieri mattina dal gip del tribunale di Napoli Fabio Lombardo, che ha dato ampio, ma non totale, accoglimento alle richieste di condanna avanzate a settembre dalla procura antimafia: Massimo Ferraiuolo, 20 anni; Ciro Garofalo, 15 anni in continuazione con altra sentenza; Alberto Virente, 14 anni e 6 mesi; Antonio D’Andrea, 14 anni e 4 mesi in continuazione con altra sentenza; Marco Micillo, 12 anni e 8 mesi in continuazione con altra sentenza; Antonietta Virenti, 12 anni; Vincenzo Lucci, 12 anni in continuazione con altra sentenza; Pasquale Salvia, 11 anni e 8 mesi in continuazione con altra sentenza; Salvatore Ferraiuolo, difeso dall’avvocato Domenico Dello Iacono, 10 anni e 8 mesi a fronte di una richiesta di 18 anni; Gaetano Gemei, difeso dagli avvocati Leopoldo Perone e Antonio Rizzo, 10 anni e 8 mesi in continuazione con altra sentenza a fronte di una richiesta di 15 anni; Gennaro Cappuccio, 10 anni e 8 mesi; Antonio Tubelli, 10 anni e 8 mesi; Giovanna Romaniello, moglie di Maurizio Ferraiuolo, difeso dagli avvocati Dello Iacono e Valentina Alfieri, 10 anni a fronte di una richiesta di 20 anni; Gaetano Della Porta, difeso dagli avvocati Leopoldo Perone e Antonio Rizzo, 10 anni in continuazione con altra sentenza a fronte di una richiesta di 10 anni “secchi”; Salvatore Ricciardi, 9 anni e 10 mesi; Enzo Barattolo, 9 anni e 4 mesi; Rosaria Liguori, 9 anni in continuazione con altra sentenza; Leonardo Nisi, 6 anni e 8 mesi; Alessandro Bilotti, 5 anni; Daniele Riccio, 3 anni e 6 mesi; Maurizio Virente, 3 anni e 6 mesi; mentre Ciro Prestieri ha rimediato una condanna a 6 mesi in continuazione con altra sentenza. L’inchiesta era culminata in 25 arresti per estorsione e armi contro il clan Mazzarella e ruotava intorno alla figura di Massimo Ferraiuolo, alias “Mortadella”, scarcerato dopo una condanna scontata per l’omicidio di Giuseppe Ginosa e tornato in auge a Forcella ricostituendo il clan in crisi dopo il pentimento del fratello Maurizio. “Mortadella”, nipote del boss Raffaele Stolder e cognato di Carmine Giuliano “’o lione”, aveva tutte le carte in regola per farlo e appoggiandosi ad Antonietta Virente “’a zia” (vedova del boss Vincenzo Mazzarella “’o pazzo” e madre di Michele Mazzarella) era diventato il vertice di un’associazione dedita soprattutto al racket: in particolare agli ambulanti del mercato della Maddalena. Nel mirino della cosca erano finiti anche i parcheggiatori abusivi.
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