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Omicidio del ras Reale, accuse flop per il killer

Omicidio del ras Reale, accuse flop per il killer

NAPOLI. Le dichiarazioni del super pentito non trovano riscontro e il processo a carico del ras del clan Mazzarella si conclude a sorpresa in un nulla di fatto. Gesualdo Sartori, imputato per l’omicidio del boss Patrizio Reale, alias “Patriziotto”, è stato assolto dall’accusa di essere stato uno dei due esecutori materiali del delitto. Minorenne all’epoca dei fatti, Sartori rischiava di andare incontro a una condanna a 18 anni di reclusione: questa era stata infatti la richiesta avanzata dal pubblico ministero della Procura per i Minorenni di Napoli. A spuntarla sono state però le argomentazioni portate in aula dal suo legale, l’avvocato Leopoldo Perone, il quale è riuscito a dimostrare l’inconsistenza delle accuse spiccate contro il presunto babykiller dal collaboratore di giustizia Umberto D’Amico, alias “’o lione”, ex uomo di punta del cartello D’Amico-Mazzarella. Nei mesi scorsi già la Cassazione aveva tra l’altro “scagionato” Sartori, annullando l’ordinanza di custodia cautelare emessa a suo carico. Aveva soltanto 17 anni quando Gesualdo Sartori avrebbe partecipato all’omicidio di Patrizio Reale, ras del rione Pazzigno di San Giovanni a Teduccio. Il ruolo del minorenne sarebbe stato quello del “filatore”, ma non nel senso usuale del termine dialettale. Nella ricostruzione degli inquirenti, in due giorni precedenti al clamoroso agguato nell’appartamento a piano terra in cui “Patriziotto” vendeva droga,“ Aldo” si sarebbe finto un acquirente per visualizzare il luogo e dare indicazioni utili ai killer. La vittima non lo conosceva e non aveva motivo di sospettare qualcosa, tanto più che il ragazzo effettivamente avrebbe comprato sostanza stupefacente. Gesualdo Sartori, arrestato la sera di Ferragosto dello scorso anno a Castel Volturno, mancava all’appello con la giustizia dal 22 maggio precedente, quando il Riesame ha riemesso a suo carico la misura cautelare per il clamoroso agguato di “Patriziotto” avvenuto nel 2009. Ma c’è di più: il 30enne genero del ras Salvatore D’Amico “’o pirata”, nonostante la giovane età sarebbe stato uno degli artefici del nuovo patto di malavita a Napoli est tra i De Micco-Martino di Ponticelli, gli Aprea di Barra e i Mazzarella-D’Amico di San Giovanni a Teduccio. Lo ha raccontato agli inquirenti Antonio Pipolo, il collaboratore di giustizia che proviene dalle file dei “Bodo”. Dunque, per Gesualdo Sartori il provvedimento restrittivo è il secondo nel 2023. In questo caso l’accusa è meno grave, ma non troppo: tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso e porto e detenzione di arma da fuoco. Secondo gli investigatori di polizia e carabinieri e la Dda, avrebbe minacciato evocando i Mazzarella il titolare di un ristorante di Volla, Giovanni Festa, dal quale l’intero nuovo asse di camorra pretendeva un “pizzo” di 10mila euro da “portare a Ponticelli”. Gli indagati infatti sono ben 11, tutti in carcere tranne Umberto Dello Iacolo, poi stanato qualche settimana più tardi. Intanto Sartori ha però scansato la pesante accusa di aver assassinato “Patriziotto”.

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