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Racket all’agenzia Eurobet, nuovo processo per il boss

Racket all’agenzia Eurobet, nuovo processo per il boss

NAPOLI. Una nuova tegola giudiziaria rischia di abbattersi sulla testa di Ciro Mazzarella, 52enne ras di piazza Mercato e delle Case Nuove. Fresco della condanna a quasi 17 anni di carcere per mafia rimediata meno di un mese fa, il temibile capozona è finito coinvolto in un’altra delicata inchiesta. Secondo la ricostruzione della Procura, infatti, Mazzarella si sarebbe reso protagonista, il 15 gennaio 2022, di un’estorsione ai danni di un’agenzia di scommesse di corso Garibaldi. Stando alla ricostruzione accusatoria, il ras avrebbe imposto un taglieggiamento alquanto singolare: 50 euro che avrebbe utilizzato per giocare alle “macchinette”. La difesa del boss, rappresentata dagli avvocati Antonio Abet e Salvatore Impradice, è però pronta a dare battaglia e per questo motivo ha chiesto che il proprio assistito venga processato con il rito abbreviato condizionato all’escussione del genero di Mazzarella, l’uomo incaricato di restituire dopo poco la somma di denaro. Si sarebbe trattato dunque di un’estorsione dalle modalità piuttosto singolari. Quel giorno il ras sarebbe andato nell’agenzia “Cartoleria Eurobet” di corso Garibaldi pretendendo un prestito di 50 euro per fare alcune scommesse, denaro che gli sarebbe stato subito consegnato di dipendenti dell’attività che già lo conoscevano. Andato ben presto in fumo il denaro, il ras avrebbe quindi chiesto un’ulteriore mazzetta da 50 euro. Stavolta gli operatori si sarebbero però opposti e avrebbero messo Mazzarella in contatto telefonico con il gestore della sala scommesse. La conversazione fu tutt’altro che amichevole, tanto che il ras si sarebbe rivolto in malo modo all’interlocutore, al quale avrebbe rivolto anche delle minacce. Scattata la denuncia, sono poi partite le indagini che sono valse a Ciro Mazzarella una nuova, pesante accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso. I legali del presunto ras, i penalisti Abet e Impradice, sono però pronti a contestare la ricostruzione della Dda e per questo motivo hanno chiesto il processo con la formula del rito abbreviato condizionato: la difesa punta in particolare all’escussione del genero di Mazzarella, che qualche giorno dopo il misfatto avrebbe riconsegnato i 50 euro al proprietario dell’attività. Quest’ultimo si è intanto costituito parte civile. L’appuntamento in aula è stato fissato per il prossimo 27 marzo. Il capozona del Mercato appena un mese fa aveva rimediato una condanna piuttosto severa: 16 anni e 8 mesi di reclusione. A schiacciarlo erano state una sfilza di intercettazioni dalle quali sarebbe emersa tutta la sua caratura criminale: «Sono Mazzarella e porto avanti questa bandiera, non quella dei Rinaldi e dei Reale». Così durante un summit il ras arringò i partecipanti dopo aver discusso con loro su varie attività illecite. Proprio il figlio di Gennaro “’o schizzo” era uno dei 24 destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare eseguita dai carabinieri. I reati ipotizzati andavano dall’associazione mafiosa al traffico di droga, passando per il riciclaggio di danaro sporco.

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