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Vendetta fredda a Napoli Est, ucciso l’ingegnere ex pentito

Vendetta fredda a Napoli Est, ucciso l’ingegnere ex pentito

Il killer gli è piombato alle spalle approfittando del buio e della distrazione di Salvatore Coppola, 65enne ingegnere dall’oscuro passato con frequentazioni tra i Mazzarella e i Formicola di San Giovanni a Teduccio. Un colpo alla nuca e per il colletto bianco per un periodo collaboratore di giustizia, 15 anni fa, non c’è stato nulla da fare. La pista più battuta, e suggestiva, è che si sia trattato di una vendetta a freddo per le dichiarazioni rese all’antimafia in particolare sul sacco edilizio agli albori di Napoli Est, ma può anche darsi che il tecnico sia morto per vicende molto più recenti, accadute quand’era già tornato a Napoli dopo anni trascorsi lontano. L’allarme è scattato intorno alle 20 di ieri nei pressi del parcheggio del supermercato Decò, in corso Protopisani. Salvatore Coppola era solo quando il sicario gli ha sparato da distanza ravvicinata: era da solo secondo le vaghe e frammentarie testimonianze raccolte dalla polizia, ma atteso da un complice a breve distanza. L’ingegnere è rimasto a terra, freddato in un secondo, mentre in pochi minuti sul posto arrivavano i poliziotti del commissariato San Giovanni-Barra e i colleghi della Squadra mobile della questura. Investigatori esperti che in queste ore stanno cercando di scavare il più a fondo possibile nella vita del 65enne, seguendo una pista inquietante e che apre scenari inaspettati. Il ritorno sulla scena di non più giovane colletto bianco che si era legato ad ambienti loschi del suo quartiere potrebbe non essere un caso. In corso Protopisani la Scientifica ha raccolto il bossolo, calibro 7,65, del proiettile che ha ucciso Salvatore Coppola, salito per la prima volta alla ribalta della cronaca nel 2009 per un’inchiesta su u8n giro di riciclaggio in Toscana. Vi partecipavano, secondo l’accusa, il professionista, alcuni esponenti del clan Ascione-Papale di Ercolano e alcuni Casalesi. La Guardia di Finanza sequestrò beni per milioni di euro, prendendo le mosse dalla scoperta di un deposito da un milione in una banca di Prato. Nel 2013 sempre Salvatore Coppola evitò il carcere, ma non una denuncia a piede libero, nel corso degli accert6amenti partiti dalla segnalazione di un imprenditore cinese che aveva pagato il “pizzo” a un funzionario comunale, arrestato e messo ai domiciliari, senza ottenere l’autorizzazione richiesta. In quel caso si sospetti si addensarono anche sulla vittima dell’agguato, indicato come la testa di legno dell’organizzazione. Due anni dopo l’allora 54enne iniziò la collaborazione con i pm che si occupavano della corruzione nella pubblica amministrazione. Forse proprio quella scelta potrebbe essere alla base dell’omicidio in corso Protopisani: a distanza di tempo, per dimostrazione che la camorra non dimentica. Del caso si stanno occupando i poliziotti della Mobile (con il dirigente Olivadese e il vice questore Vissicchio) con i colleghi della squadra giudiziaria del commissariato San Giovanni-Barra (dirigente Pelliccia, ispettore superiore Miatto). Già nei prossimi giorni si capirà qualcosa in più.

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